La prospettiva dell’Aeronautica Militare nelle operazioni speciali

L’attuale quadro geostrategico – caratterizzato da un livello di incertezze crescenti ed in continua fase di cambiamenti sommati ad un’errata percezione della minaccia venutasi a creare con la fine della Guerra Fredda – ha dato luogo alla nascita di una minaccia sempre più ibrida e asimmetrica. Questa minaccia negli ultimi anni è poi permeata di terrorismo che la rende sempre più liquida e difficile da affrontare imponendo l’adeguamento dello strumento militare, adeguamento che ha visto la crescita esponenziale delle forze speciali per contrastare un nemico che non rimane vincolato soltanto all’area operativa ma che si muove e colpisce con una mobilità prima sconosciuta.

Senza sembrare retorici i primi accenni di una guerra di movimento si ebbe nel lungo conflitto vietnamita dove l’uso degli elicotteri consentì agli statunitensi di limitare i danni inferti da un nemico sfuggente che si presentava simultaneamente in più parti del teatro operativo. Oggi non si parla più di guerriglia, almeno in certi casi, ma piuttosto di contrastare il terrorismo che è divenuto il principale nemico che ha generato nuovi campi di battaglia dove si è perso il concetto di profondità perché non esistono più confini.

Questa è la cornice all’interno della quale si parla di forze speciali e della conduzione di attività non convenzionali con truppe in grado di agire con rapidità, incisività e con tempi di reazione brevissimi. La crescita quantitativa/qualitativa delle forze speciali comporta un cambiamento di mentalità per affrontare le tematiche della lotta al terrorismo che opera in una galassia variegata difficile da comprendere e quindi da contrastare.

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Le forze speciali devono essere considerate come una componente indipendente che nulla toglie al convenzionale ma che sfrutta la sua specificità. In ambito NATO le forze speciali rappresentano ormai un core attorno al quale si stanno elaborando dottrine e forme di impiego puntando all’integrazione interforze all’interno dei singoli paesi aderenti all’Alleanza Atlantica.

Le nostre forze armate esprimono al meglio le capacità interforze finalizzate alle attività di operazioni speciali ed è quanto emerso in un recente convegno del Centro Studi Militari Aeronautici (CESMA) con lo scopo di fornire un quadro informativo in merito al potenziamento, all’impiego operativo e all’addestramento per tutti quegli assetti resi disponibili al COFS.

Il convegno è stato focalizzato sulla prospettiva dell’Aeronautica Militare nelle operazioni speciali ed il ruolo del potere aereo presentando le capacità abilitanti fornite dal comparto operazioni speciali (OS) della forza armata. In considerazione del mutare continuo dello scenario strategico l’Aeronautica Militare (AM) sta avviando un’innovativa trasformazione del proprio Comparto Operazioni Speciali, una trasformazione peraltro coerente con la revisione in atto dell’intera struttura organizzativa.

La caratteristica del potere aereo è quello di arrivare subito in teatro sia a livello strategico che tattico, è uno strumento in grado di fornire effetti sul dominio cinetico e non ed è in grado di fornire un ampio spettro di assetti aerei non dedicati come espressione dell’air power come supporto alle operazioni delle forze speciali.

L’Aeronautica è in grado di erogare pacchetti capacitivi trasportabili e sostenibili e sotto il profilo logistico è in grado di aviolanciare rifornimenti; si tratta di uno strumento estremamente flessibile e versatile per la gestione di conflitti asimmetrici e questo per fornire un assetto credibile in teatro. Inoltre assicura il personnel recovery (infiltrazione/esfiltrazione); in altre parole per l’operatività delle forze speciali è necessario fare ricorso costante e sistematico degli assetti aerei che consentano un’elevata mobilità, partecipando attivamente sia alla fase di un eventuale supporto che a quella di combattimento.

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Le caratteristiche del potere aereo sono quelle di costituire generalmente una entry force nei nuovi teatri operativi con effetti a livello strategico, operativo e tattico; concetto di global reach or staging area; presenta un footprint limitato ma fornisce effetti di considerevole portata; supporta operazioni cinetiche e non. Per questo coacervo di esigenze si vuole perseguire l’obiettivo di formare un’unità di volo dedicata, specificatamente formata e addestrata che sia in grado di supportare le forze speciali sia in termini di partecipazione attiva che in termini di supporto.

Si vuole arrivare alla trasformazione della Brigata Aerea Operazioni Speciali (BAOS) in un organismo dedicato interamente a questo tipo di operazioni e che risponda agli elementi dottrinari nazionali e NATO; altro obiettivo è quello di avere al suo interno tutti gli elementi capacitivi necessari (terrestri ed aerei) per generare una task force completa e dispiegabile in tempi rapidissimi.

La forza armata vuole un complesso di aerei ad ala fissa e rotante ed equipaggiamenti specifici come elicotteri HH-101A, aerei della 46^ Brigata Aerea con C-130J e C-27J con un’aliquota di equipaggi specializzati in grado di operare nello specifico contesto delle forze speciali per rifornimenti di equipaggiamenti e carburanti, velivolo ad ala fissa (indicato nel C-27J) per trasporto anche in scenari semipermissivi, sistemi di comunicazione C2 in real time per la condivisione delle info sia per avere la percezione in tempo reale di quanto accade sul terreno per preparare le attività che per seguire sul terreno le stesse. La piattaforma si vorrebbe che fosse in grado anche di svolgere attività di ingaggio cinetica per fronteggiare eventuali minacce.

L’AM può fornire alle operazioni speciali un ampio ventaglio di capacità che non è solo quello di assetti dedicati o in grado di proiettare sia le forze speciali a grandi distanze ed in tempi molto rapidi con bassissimo preavviso che assetti del trasporto strategico anche con rifornimento in volo fornendo capacità di comando, controllo e comunicazioni. Il SOAC (Special Operations Air Command) è un settore cui l’AM fornirà la propria competenza a supporto delle forze speciali. Altro settore cui si sta puntando è quello del personnel recovery con l’HH-101 dopo il ritiro dell’HH-3F.

Con personnel recovery si intende l’estrazione di personale anche civile e non di un pilota abbattuto in territorio ostile o semipermissivo altrimenti si parlerebbe di Combat SAR; per il recupero tattico di personale a terra in area non permissiva, l’AM sta sviluppando una capacità estrattiva con una compagnia di supporto tattico alle forze speciali con compiti di ricerca, localizzazione, identificazione applicando le tattiche di recupero di personale isolato in ambiente ostile.

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Le specifiche del comparto operazioni speciali dell’Aeronautica Militare trovano compendio nei concetti di assicurare al COFS l’expertise e la competenza prevalente per l’addestramento, il comando e controllo (C2), l’impiego operativo e la proiezione di capacità per le operazioni speciali a connotazione aeronautica (elementi C2, assetti di volo, operatori SOALI); assicura capacità di proiezione (trasporto strategico/tattico – combat controllers), dispone di pacchetti logistici proiettabili (bare base) sostenibili in high readiness e massima autonomia; fornisce capacità FARP anche aviolanciabili.

Grande importanza è ovviamente data alla mobilità per fa re arrivare le forze in aree distanti, aree austere, ambienti non permissivi o semipermissivi, inserzione di forze speciali tramite aviolancio; pacchetti sono poi quelli C2, condivisione delle info near real time, decision superiorità, supporto diretto all’azione, comunicazioni sicure con tutti i livelli, ISR e supporto all’ingaggio (sistemi d’arma e designatore laser). Fanno parte delle specifiche gli enablers in house (ISR, CAEW, EW, AAR, CAS) proiettabili a grandi distanze; capacità di trasporto strategico (KC-767A e C-130J) assetti di attacco strategico (F-35) potenzialmente in grado di ottenere effetti strategici in autonomia a supporto dello Spacial Operations Component Command. Per l’impiego dell’HH-101A vi sarà la riattivazione dellr capacità PR/CSAR dell’AM, con forze dedicate all’esfiltrazione.

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Nel contesto del comparto operazioni speciali dell’Aeronautica Militare (ComOS AM) lo speach del colonnello Gino Bartoli , comandante del 17° Stormo Incursori, ha sottolineato come sono state sviluppate procedure per attività condotte da forze speciali per conseguire obiettivi strategici in aree ostili, non accessibili o politicamente sensibili; in ambito NATO il concetto SOALI (Special Operations Air to Land Integration) è stato sviluppato nel 2015 ed ora si sta procedendo con la STANAG per un Combat Controller Team (CCT). Altro compito è quello della Special Reconnaissance con elementi che opereranno osservazione occulta e/o discreta, diretta e/o con droni il tutto per la valutazione della situazione, individuazione della minaccia, acquisizione obiettivi, valutazione post-attacco.

Nella presentazione è stato spiegato il concetto di azione diretta con azioni offensive (limitate nel tempo e nello scopo) condotte per neutralizzare, distruggere, catturare, recuperare, danneggiare specifici obiettivi. Queste azioni differiscono da quelle condotte da forze convenzionali per livello di rischio, tecniche impiegate, grado di precisione. Il nuovo concetto COMOS AM prevede una configurazione tipo brigata di manovra (no comando intermedio) con il compito di generare, formare, addestrare una task force completa per operazioni speciali assicurandone la capacità di proiezione.

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Il footprint attuale di COMOS AM si articola sulla 46^ Brigata Aerea di Pisa; il 1° BAOS con il 15° Stormo di Cervia; il 17° Stormo Incursori di Furbara (Roma); il 16° Stormo di Martina Franca; 9° Stormo di Grazzanise. Il footprint futuro prevede squadriglia SAOS (Supporto alle Operazioni Speciali) ala fissa a Pisa; 1° BAOS Vigna di Valle Reparto Incursori più una compagnia STOS; area addestrativa Furbara; 23° Gruppo volo PR Istrana più componente STOS; RMAA Treviso; 21° Gruppo Volo SAOS Grazzanise. Come progetti di sviluppo futuro troviamo la creazione di un’area addestrativa sui Monti della Tolfa, un’area logistica aVigna di Valle; un’area combattimento/sopravvivenza a Siti Barattoli; base operativa austera (BOA)  a Furbara e successivamente un Polo Vigna di Valle più Furbara con area comando e BOA.

Nel convegno sono stati poi illustrati i sistemi abilitanti con la presentazione di piattaforme come l’elicottero HH-101A, il CAEW G-550, l’EC-27J JEDI e l’MC-27. Si tratta di piattaforme piuttosto note già operative od in fase di sviluppo, ne tratteggiamo i dati essenziali.

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L’HH-101A è una piattaforma dalle prestazioni eccellenti che supera i requisiti previsti per le missioni CSAR e personnel recovery, una macchina in grado di operare in contesti operativi fortemente ostili. Ne sono stati ordinati 7 e dispone di protezioni balistiche per cockpit, cabina e mitragliatrici, sedili corazzati e dispone di sonda per il rifornimento in volo e già qualificato per operare con il KC-130J; la sonda è montata sotto il muso sul lato destro e la sua adozione incrementa notevolmente il suo raggio operativo peraltro già considerevole. Questa scelta consente al Caesar una maggiore penetrazione in profondità in territorio ostile.

Possiede armamento di autoprotezione con tre mitragliatrici Dillon M-134D a canne rotanti: sono poste una sul lato sinistro vicino ad una porta secondaria mentre la seconda è sul lato destro accanto al portellone principale scorrevole; la terza Dillon trova posto sulla parte interna del cielo della sezione di coda ed è impiegabile quando la rampa è abbassata per consentire una maggiore copertura degli incursori che sbarcano. Dotato di sistemi di auto protezione e sensoristica allo stato dell’arte dispone di radar GABBIANO T-20 e sistema di assistenza alla navigazione e rilevamento ostacoli LOAM.

L’autoprotezione consiste in un sistema integrato sviluppato da Elettronica denominato IEWS(v)12 che racchiude in un’unica unità funzionale tutte le funzioni di intercettazione, classificazione, riconoscimento ed erogazione delle contromisure ottimali per contrastare minacce multiple con sistemi passivi e contromisure attive; altrettanto ricca è la dotazione della suite per comunicazioni.

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Il Gulfstream G-550 Airborne C3 (CAEW) è una piattaforma fortemente innovativa che ha consentito un vero salto di qualità per quanto attiene all’esercizio di C2 a livello nazionale, ottimale per la sorveglianza integra i dati che costruisce con quelli che riceve dall’esterno per poi diffondere le info a chi richiede dati nel teatro operativo. Dopo due di impiego – il CAEW è arrivato il 29 novembre 2016 mentre il secondo nel 2017 – sono stati raggiunti livelli molto alti di affidabilità.

Il CAEW opera molto bene in quattro tipologie di teatro: quello di generare una capacità autonoma della gestione joint battlespace in modo da generare degli effetti sul teatro operativo in combinazione con altri assetti: quindi creare un pacchetto capacitivo; altre caratteristica è quella di supportare la Marina Militare nel Mediterraneo per cui è stato possibile diffondere la rappresentazione pittorica delle forze di superficie oltre il loro normale range di presentazione dei sistemi C2 dando una profondità di sorveglianza alla task force.

La piattaforma è capace di gestire i dati anche se sul terreno le forze che operano in teatro trasmettono in modo silente. Il CAEW ha la capacità di “vedere” alle basse quote, bassa velocità e con bassa risoluzione di rifrazione. Il G-550 rispetto al noto Sentry della NATO dispone di una tecnologia molto più avanzata di quinta generazione; la piattaforma della Boeing con un rotodome a trazione meccanica è più complesso da ammodernare.

La lettera C presente nella sigla significa conformal e questo perché quanto venne preso dall’AM la cellula era green e le modifiche che sono state poi apportate non hanno modificato le caratteristiche del Gulfstream per uso civile. Il CAEW (Conformal Airborne Early Warning) lavora a 41mila piedi e questo gli permette di avere un range di avvistamento molto ampio e di aumentare le distanze comunicative con gli enti a terra; può rimanere on station per 9 ore e possiede un’elevata velocità di fuga.

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Il velivolo ha subito due tipologie di modifiche, la prima con l’adozione di pannelli posti lateralmente alla fusoliera al cui interno sono stati montati i transmitter/receiver dei radar in banda L mentre la seconda modifica riguarda l’adozione di radar in banda S: uno montato sul muso e l’altro sulla coda. Con questo aereo è possibile fare la Digital CAS ossia fornire i dati per il supporto ravvicinato (close air support) in quanto la piattaforma è in grado di dialogare con i JTAC a terra: riceve un segnale e lo ritrasmette con la parte satellitare che poi lo invierà alla CAS. Il G-550 è in grado di rendere permissivo il terreno sul quale dovrà essere effettuato un personnel recovery in quanto vede, controlla e trasmette agli assetti aerei di copertura oppure a quelli di terra.

L’EC-27J JEDI (Jamming and Electronic Defense Instrumentation) è una configurazione specializzata del noto C-27J dello Spartan per l’impiego di contromisure elettroniche nei confronti di sistemi di comunicazione avversari. Il payload è del tipo roll-on/roll-off e la SW di gestione è stata sviluppata e brevettata dall’Aeronautica Militare; è stato sviluppato in house tra il 2008 ed il 2011 con componentistica COTS e attualmente si trova nella risk reduction phase 1 (configurazione proto tipica sottoposta ad attività di CDE) e risk reduction phase 2 (configurazione finale dell’assetto).

Il futuro delle capacità dello JEDI prevede un ampliamento delle tipologie di missione, un set maggiore di minacce/target contrastabili, avviato il programma di sviluppo della configurazione finale per gli inizi del 2020. La missione EWS (Electronic Warfare Support) consente operazioni aeree di supporto diretto alle operazioni terrestri, integrazione del potere aerospaziale nella manovra di superfice, capacità di ingaggio non cinetico (softkill) di tipo lowdensity-high demand. Gli effetti sul battlespece consente effetti offensivi e/o difensivi a livello tattico, contrasto siste C3 avversario, contributo alla situational awareness, coordinamento/pianificazione in fase di sviluppo del CONOPS della manovra terrestre.

L’MC-27J  Praetorian ancora in fase di sviluppo è nato dall’esigenza di fornire al comparto forze speciali una piattaforma ad ala fissa in grado di fornire un supporto flessibile in grado di espletare una vasta gamma di attività. Il sensore/emettitore elettronico conferisce al Praetorian una capacità nontraditional ISR e di target designator; è in grado di gestire nella zona di operazioni lo svolgimento dell’azione e in autonomia le contingenze della fase tattica. Può essere equipaggiato con un modulo inseribile in fusoliera chiamato gunship che consente supporto di fuoco diretto ossia ingaggiare bersagli a terra.

Foto Aeronautica Militare e Leonardo

 

Federico CerrutiVedi tutti gli articoli

Nato a Roma, dove risiede e lavora, ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 1965 con la rivista Oltre il Cielo occupandosi di spazio sia civile che militare e con la testata Ali Nuove. Nel 1971 ha iniziato a lavorare con Alata e dal 1979 con Difesa Oggi della quale divenne caporedattore lavorandovi fino al 1998. Ha collaborato con Rivista Aeronautica, il quotidiano Europa, il Centro Militare Studi Strategici (Cemiss) e svolto alcune attività con il SIOI. Dal 2001 è defence editor di Analisi Difesa.

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