La LHD Trieste sarà equipaggiata con ski-jump per l’impiego degli F-35B
Con una cerimonia che ha visto la partecipazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro e delle Politiche Sociali e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Luigi Di Maio, del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta e delle massime autorità militari nazionali e civili regionali, accolti dal Presidente di Fincantieri Giampiero Massolo e dall’a.d. Giuseppe Bono, è stata varata sabato scorso presso il cantiere di Castellammare di Stabia la più grande unità destinata alla Marina Militare.
Si tratta della nave anfibia multiruolo tipo LHD (Landing Helicopter Dock) Trieste (L 9890), la cui madrina è stata Laura Mattarella, figlia del Presidente della Repubblica.
“Progettata ed equipaggiata quale unità multiruolo e multifunzione per proiettare e sostenere in aree di crisi la Capacità Nazionale di Proiezione dal mare della Difesa con reparti della forza da sbarco della Marina Militare e dell’Esercito, cosi come la Protezione Civile in attività di soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali ed umanitarie, grazie anche alla capacità di fornire acqua potabile, alimentazione elettrica e supporto sanitario”, ha evidenziato il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, la nuova LHD Trieste rafforzerà ulteriormente le capacità operative interforze delle Forze Armate Italiane nonché operative multinazionali in supporto alla NATO e EU, ha aggiunto il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli.
“La nuova LHD rimpiazzerà la portaeromobili Garibaldi, mantenendo tutte le capacità evidenziate dalla medesima nel corso della vita operativa, in aggiunta a quelle prettamente anfibie e di trasporto e supporto potenziato, comprese le estese capacità sanitarie e C4I, della LHD”, ha evidenziato il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Valter Girardelli, confermando che l’unità sarà in grado di operare velivoli ad ala rotante e fissa.
A latere dell’evento, premettendo che la capacità aerea imbarcata rimarrà appannaggio della portaerei Cavour, alla domanda se l’unità verrà equipaggiata con ski-jump e le attrezzature di supporto per l’impiego di velivoli STOVL Lockheed Martin F-35B Lightning II, il CSM della Marina Militare ha risposto che “le rappresentazioni ed i rendering circolati sulla rete sono da ritenersi veritiere”.
La Marina Militare manterrà quindi una capacità aerea secondaria che potrà essere utilizzata in caso di necessità come quando la portaerei Cavour non sarà disponibile o ci sarà bisogno di un ulteriore ponte di volo in contesti nazionali ed internazionali.
“Dovendo la Trieste andare a sostituire nave Garibaldi implementandone le capacità, pensare di non dotare l’unità delle predisposizioni necessarie per assicurare gli investimenti fatti e renderli produttivi, non avrebbe senso”, ha sottolineato l’ammiraglio Girardelli.
L’unità non disponeva dello ski-jump al momento del varo, ma secondo quanto risulta a AD anche per motivi di peso al momento della delicata manovra di discesa in mare, lo stesso verrà installato successivamente unitamente ad altre sovrastrutture ed equipaggiamenti per l’allestimento definitivo.
Non sono ancora state divulgate informazioni ufficiali sulle caratteristiche dello ski-jump ma secondo quanto risulta a AD, il lato di sinistra del ponte di volo che accoglie la pista di decollo con lo ski-jump, dispone di sei spot di decollo ed atterraggio per velivoli ad ala rotante, a cui s’aggiungono due a proravia dell’isola ed uno a poppavia della medesima oltre l’elevatore aeromobili di dritta.
A differenza di quanto avviene ormai da tempo nel cantiere integrato di Riva Trigoso/Muggiano ed altri stabilimenti di Fincantieri, il cantiere di Castellammare di Stabia dispone ancora di uno scalo tradizionale dal quale è discesa nave Trieste per toccare l’acqua per la prima volta.
Per effettuare in sicurezza tale complessa operazione con una nave avente uno scafo lungo circa 214 metri ed un dislocamento al momento del varo di quasi 21.000 tonnellate, è stato effettuato uno studio specifico per verificare che la nave potesse fermarsi in tutta sicurezza in uno spazio acqueo di circa 450 metri fra la fine dello scalo ed un molo del porto di Castellammare di Stabia.
Per assicurare tale manovra, realizzatasi in perfetta sicurezza grazie anche al piano di gestione dello spazio acqueo da parte della Guardia Costiera, sono stati utilizzati diversi accorgimenti ad hoc fra cui i più evidenti rappresentati da casse per l’aumento della spinta di galleggiamento a prua visibili durante la cerimonia e strutture amovibili meno evidenti sotto lo scafo nella parte poppiera per creare ulteriore attrito e quindi rallentare la corsa, una volta entrato in acqua lo scafo.
Con un taglio della prima lamiera nel luglio 2017, ed un’impostazione del primo blocco sullo scalo nel febbraio 2018, sebbene non siano state divulgate informazioni ufficiali sulle tempistiche delle attività e prove successive al varo, che porteranno la LHD Trieste alla consegna nel giugno 2022, secondo quanto risulta a AD ma le tempistiche potrebbero variare, l’unità non verrà trasferita a breve termine presso il cantiere del Muggiano, come inizialmente era stato prospettato, ma completerà a Castellammare di Stabia l’allestimento degli impianti di propulsione e governo al fine di poter iniziare le prime prove a mare di piattaforma a marzo 2020. Successivamente, l’unità si trasferirà a giugno dello stesso anno con i propri mezzi di propulsione presso il cantiere del Muggiano per ultimare l’allestimento dei sistemi di piattaforma e del sistema di combattimento.
Le prove in mare di quest’ultimo dovrebbero iniziare nell’agosto 2021, affinché l’unità possa essere consegnata alla Marina Militare nel giugno 2022. Come ricordato a latere del varo dal comandante designato di nave Trieste, il C.F. Enrico Vignola, la costruzione di quest’ultima unità è il risultato di un lavoro sinergico e rigoroso che coinvolge pregiate risorse industriali e governative, quale tangibile testimonianza di un’impresa di successo del Sistema Paese.
Attualmente il nucleo iniziale dell’equipaggio che segue l’allestimento è pari a circa 50 unità che progressivamente saliranno fino a completare il complemento dell’unità. Al pari di tutte le altre nuove navi, la Marina Militare segue l’allestimento di nave Trieste con il personale del Centro Allestimento Nuove Costruzioni Navali (MARINALLES), che ne prepara il primo equipaggio e collaborando con il relativo Ufficio di Programma della Direzione Tecnica degli Armamenti Navali (NAVARM), ne garantisce i processi di assicurazione governativa di qualità e di verifica di conformità.
Con un dislocamento a pieno carico di oltre 33.000 tonnellate, una lunghezza e larghezza massime pari rispettivamente a 245 e 47 metri (36 a livello ponte volo), l’LHD Trieste si caratterizza per un sistema propulsivo in configurazione CODLOG (Combined Diesel eLectric Or Gas) che include due turbine a gas Rolls-Royce MT30, due motori diesel MAN 20V32/44R e due motori elettrici su due assi con eliche a passo variabile e timoni convenzionali, in grado di offrire una velocità massima rispettivamente di 25, 18 e 10 nodi. L’autonomia è pari a 7.000 miglia nautiche a 16 nodi. La rete elettrica di bordo è alimentata da 4 diesel generatori, in grado di assicurare energia elettrica anche ai motori elettrici di propulsione.
L’unità, che verrà certificata dal RINA Services dal punto di vista ambientale, avrà posti letto per circa 1060 persone fra uomini e donne di cui 460 di equipaggio mentre i rimanenti riguarderanno la componente aerea, C4I e la forza anfibia imbarcata.
Con un ponte di volo di 230 per 36 metri collegato al sottostante hangar attraverso due elevatori da 40 t ed in grado di accogliere sia mezzi aerei che terrestri, l’LHD Trieste presenta un ulteriore ponte garage in grado di accogliere mezzi ruotati e corazzati con bacino allagabile delle dimensioni di 50×15 metri, che può alloggiare fino a quattro mezzi da sbarco tipo LCM LC23 forniti dal Cantiere Navale Vittoria nonché mezzi in dotazione alle Marine NATO ed EU. L’unità è inoltre dotata di un’ampia zona ospedaliera (NATO Role 2E) ed un’estesa area per un comando complesso anfibio.
Al pari delle portaerei classe Queen Elizabeth della Royal Navy, anche la LHD Trieste dispone di un’isola suddivisa in due sovrastrutture di cui la prodiera è dedicata alla conduzione nave mentre la poppiera accoglie le aree di comando e controllo delle operazioni aeree.
Il sistema integrato di gestione della piattaforma (IMPS, Integrated Platform Management System) è fornito dalla società Seastema di Fincantieri, mentre il sistema di combattimento è integrato e fornito da Leonardo ed incentrato sul sistema di comando e controllo di nuova generazione SADOC Mk4.
Quest’ultimo gestisce una suite integrata per le comunicazioni interne ed esterne, quest’ultima basata su software defined radio (SDR) e sistemi satellitari multibanda nonché data Link 11, 22 e 16, nonché una suite di sensori che comprende il radar multifunzionale in banda X Kronos StarFire a quattro facce fisse a scansione elettronica attiva distribuito fra le due sovrastrutture dell’isola, ed il radar rotante in banda L con antenna AESA completamente digitale Kronos Power Shield per la scoperta a lungo raggio, sistema IFF con antenna circolare conforme e nuovo sistema di sorveglianza elettro-ottico in differenti bande ad architettura distribuita denominato DSS-IRST.
A questi s’aggiunge il sottosistema di navigazione basato su radar GEM Elettronica Gemini BD. La suite radar principale è integrata con quella per la guerra elettronica fornita da Elettronica che comprende sistemi RESM/CESM/RECM collegati a due lanciatori Leonardo OLDS di decoy di diverso tipo compreso anti-siluro a cui s’aggiunge un sonar anticollisione e antimine sempre di Leonardo che fornisce anche la cortina trainata anti-siluro Black Snake collegata attraverso un sistema di reazione dedicato ai lanciatori per decoy, nonché un sistema di scoperta contro incursori subacquei ed una suite di sistemi di sorveglianza di superficie e d’ingaggio con armi non letali, quest’ultima fornita da SITEP Italia. L’armamento comprende tre affusti Super Rapido da 76/62 mm in configurazione Davide con munizionamento guidato DART e predisposizione per munizionamento a lunga gittata Vulcano, gestiti attraverso altrettante direzioni del tiro di nuova generazione NA30S Mk2 con radar bi-banda e sistema elettro-ottico, nonché tre affusti a controllo remotizzato da 25/80 mm, il tutto fornito da Leonardo.
L’unità è anche predisposta per imbarcare il sistema radar AESA a facce fisse in banda C Kronos Quad ed il sistema di difesa aerea missilistico di MBDA SAAM ESD con 16 celle in due gruppi VLS per missili della famiglia Aster.
Luca PeruzziVedi tutti gli articoli
Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).