Il salone aerospaziale russo MAKS 2019
“Il MAKS è diventata la vetrina principale per i nuovi aerei militari e civili russi. Tradizionalmente il salone funge da punto di partenza per molte importanti trattative sulla fornitura di aeroplani, elicotteri, sistemi di difesa aerea nonché progetti congiunti in queste specifiche aree e l’edizione 2019 non farà eccezione.” – Così ha dichiarato Sergey Chemezov CEO di Rostec alla vigilia dell’apertura del 14° salone aerospaziale MAKS 2019.
Ad essere pignoli in realtà si tratterebbe della quindicesima edizione se consideriamo il primo evento in assoluto, ovvero il Mosaeroshow del 1992 che inaugurò il corso del salone aeronautico internazionale russo prima di trasformarsi definitivamente in “MAKS” dal successivo anno 1993.
Da allora l’air show di Zhukovsky si ripresenta con cadenza biennale negli anni dispari agli appassionati e ai tecnici del settore di tutto il mondo.
E già dal 26 agosto, giorno precedente l’apertura ufficiale del MAKS 2019 (che in questa edizione si è tenuto dal 27 agosto al 1 settembre) è giunta una prima notizia importante che riguardava la Difesa russa e nello specifico il futuro bombardiere strategico russo PAK-DA, acronimo di Perspektivnyi Aviatsionnyi Kompleks Dal’ney Aviatsii (Complesso Aereo Futuro per le Forze Aeree Strategiche), così come correttamente anticipato da Analisi Difesa lo scorso febbraio.
Il Ministro dell’Industria e del Commercio russo Denis Manturov ha dichiarato infatti che la Difesa ha ufficialmente approvato i requisiti tecnici del progetto e dunque ha autorizzato la realizzazione del primo prototipo del nuovo bombardiere russo; coinvolta in primis ovviamente la società PJSC Tupolev e numerose altre aziende facenti capo alla United Aircraft Corporation.
Un’altra sorprendente novità salita alla ribalta della cronaca internazionale è giunta il 27 agosto, giorno ufficiale di apertura e inaugurazione del salone da parte del Presidente russo Putin, perché per la prima volta tale cerimonia ha visto la contestuale presenza di un omologo straniero, nientemeno che il premier turco Recep Erdogan giunto a Zhukovsky sul suo aereo presidenziale Airbus A319; il tutto mentre ad Ankara avveniva la consegna del secondo lotto di sistemi di difesa aerea S-400…!
La visita di Erdogan al MAKS 2019 costituiva un ulteriore smacco nei confronti della NATO di cui fa parte la Turchia poiché era manifesta l’intenzione di cercare proprio in quella sede una valida alternativa ai caccia F-35 statunitensi negati da Washington dopo l’accordo sugli S-400 o magari semplicemente per dimostrare l’autodeterminazione di Ankara in tema di scelta di armamenti.
Vladimir Putin in sede di inaugurazione del MAKS, dopo aver ovviamente sottolineato la necessita per la Russia e la sua industria aerospaziale di un salone internazionale come questo, ha menzionato l’importanza dei nuovi programmi aeronautici nazionali: dal civile MC-21 fino agli elicotteri Mi-38 e Ka-62.
Erdogan a sua volta, ha parlato del desiderio della Turchia di diventare una potenza aeronautica, sia attraverso lo sviluppo della propria industria – considerando che Ankara produce già elicotteri da attacco e droni – sia attraverso la creazione di un hub internazionale nel nuovo aeroporto di Istanbul.
Per buona parte della giornata Putin ha accompagnato il presidente turco mostrando dal vivo il meglio della produzione aerospaziale civile e militare russa: accompagnato dal Ministro della Difesa russo Sergey Shoigu, dall’omologo turco Hulusi Akar e dal capo di UAC Yuri Slusar, la delegazione ha iniziato la visita proprio dal Sukhoi Su-57 esposto presso la mostra statica, proseguendo poi col Su-35, l’elicottero Ka-62, il Mi-38, l’idrovolante Be-200 e infine salendo all’interno del nuovo liner MC-21-300 (considerata dagli organizzatori, la star principale dell’edizione 2019 del salone russo assieme al nuovo Su-57).
Nel tardo pomeriggio entrambi gli aerei presidenziali sono decollati lasciando il MAKS 2019.
Sukhoi Su-57
La star (militare) di quest’edizione è il caccia di quinta generazione Su-57 presente per la prima volta alla mostra statica del salone nella sua configurazione per l’export ribattezzata Su-57E e da alcuni appellata ironicamente come Su-57“Erdogan”.
Il caccia di quinta generazione Sukhoi oggetto di attenzione da parte del premier turco è giunto finalmente ad un recente ordine esecutivo da parte della Difesa russa e come recentemente trattato in questa rubrica, anche l’India avrebbe mostrato un interesse a quanto pare mai venuto meno, mettendo tuttavia tra le condizioni essenziali l’ingresso in servizio con la Forza Aerospaziale russa (VKS): non a caso Nuova Delhi ha inviato sul posto una propria delegazione al MAKS proprio per monitorare dal vivo il nuovo caccia di quinta generazione.
L’esibizione mostrata già nei giorni precedenti l’apertura del salone, sia in formazione da quattro velivoli che in singolo, ha evidenziato una notevole agilità da parte del nuovo caccia russo incluso un vistoso atterraggio (avvenuto il giorno precedente l’inaugurazione) con l’apertura anticipata del paracadute ancora prima di toccare il suolo.
Sicuramente il Su-57 è una macchina molto agile e potente che potrebbe avere un’ottima risposta anche dai mercati stranieri, ma in questa sede e alla data odierna non è possibile ovviamente valutare in maniera obiettiva altri aspetti come la furtività, la capacità in combattimento, l’efficacia delle avioniche, delle armi e molto altro ancora.
Nel complesso il Su-57 è ancora un velivolo “acerbo” e in via di sviluppo, ben lontano dalla maturità tecnologica-operativa a cui è giunta ad esempio la famiglia dei Flanker 30 anni dopo il suo ingresso in servizio. E come per il Flanker, che dal 1989 ad oggi ha usufruito di un graduale e costante miglioramento dei propulsori, dell’elettronica, del radar e delle capacità di autonomia e armamento, anche il Su-57 di quinta generazione è destinato giocoforza a tale crescita.
Già dalla prossima adozione dei nuovi motori Saturn “Izdeliye 30 (o progetto 30), il Su-57 ne otterrà notevoli benefici complessivi (potenza, supercrociera, agilità, traccia IR e consumi sensibilmente ridotti).
Non di meno è giunto contestuale alla fine della prima giornata del salone un interesse da parte di Pechino che – citando le parole del quotidiano Huanqiu Shibao – starebbe prendendo in considerazione il Su-57 soprattutto dopo aver confrontato le caratteristiche del caccia russo con quelle dei propri caccia, in particolar modo per quello che riguarda il rapporto spinta-peso e per la tecnologia dei motori a spinta vettoriale (e, aggiungiamo noi, anche in vista del futuro propulsore Saturn “Izdelye 30” e della possibile futura adozione da parte dell’India considerato come paese rivale nello scacchiere asiatico).
Infine, da citare anche la visita di una delegazione militare algerina nello stand del Su-57E e, secondo RIA Novosti, l’avvio dei negoziati turco-russi giunta giorno 30 agosto; negoziati tuttavia che sarebbero poi stati negati dal Ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu pochi giorni fa.
L’opinione pubblica russa, benché favorevole alla vendita del Su-57 all’estero, in realtà non vede di buon occhio i rinnovati rapporti con un paese che fino a qualche anno fa si era reso responsabile (il 24 novembre 2015) dell’abbattimento di un Sukhoi Su-24 in azione sulla Siria e teme qualche mossa scorretta di Ankara in seguito all’acquisto dei sistemi S-400.
Gli antichi dicevano pecunia non olet e Mosca ha chiaramente bisogno di valuta straniera per compensare l’impatto negativo delle sanzioni occidentali che da anni affliggono l’economia internazionale del paese. Ci sentiamo di dire che l’ultima parola in tema di acquisti turchi in Russia è ancora lontana da una definizione precisa o dalla parola fine.
Sukhoi S-70 “Okhotnik”
Del nuovo UCAV russo attualmente sotto fase di test e collaudi e recentemente coinvolto nel suo primo volo ufficiale si è avuto modo di constatare in occasione di questo salone la presenza di un modello in scala ridotta che ha mostrato (come anticipato a suo tempo da Analisi Difesa) una variazione futura sulla cellula che porterebbe ad un sensibile aumento della stealthness dell’Okhotnik.
Una sorta di carenatura posteriore appiattita che nasconderebbe così lo scarico del propulsore e che più si confà allo schema dell’ala volante rendendo di fatto il velivolo russo decisamente più furtivo rispetto all’esemplare che ha preso il volo lo scorso 7 agosto.
Massiccia la presenza infine dei droni e UCAV realizzati da altri costruttori russi tra cui Kronstadt e Roselechtronics con i rispettivi Sirius, Fregat (a decollo e atterraggio verticale), Orion-E e Korsar, tanto per citare quelli più noti.
La presenza di quest’ultimi rispetto al salone MAKS 2017 è decisamente di tutto rilievo, segno inequivocabile di un’interesse nazionale che cerca di recuperare terreno rispetto alle controparti straniere. Inevitabile che al prossimo MAKS 2021 la presenza sarà ancora più massiccia.
MiG-35
In occasione del MAKS 2019 il Direttore Generale di RSK MiG ha annunciato l’avvio della produzione dei residui MiG-35 ordinati dalla Difesa russa in occasione del forum Army-2018.
Lo storico bureau che confida nel futuro contratto con la Difesa ha fatto sapere che il MiG-35 è stato visionato anche dal leader turco Erdogan durante la prima giornata del salone. Sempre forti invece le possibilità (date anche le compensazioni commerciali e i trasferimenti di tecnologia promessi) di poter conquistare il contratto per la gara indiana MMRCA (II) per 110/114 velivoli. Per dovere di cronaca, la stessa delegazione indiana presente al MAKS ha avuto modo attraverso due propri piloti di volare con un esemplare di MiG-35.
Degno di nota è il nuovo radar AESA del MiG-35 mostrato nel padiglione presente al MAKS 2019.
Precedentemente infatti, il MiG-35 era equipaggiato con un radar Zhuk-M con antenna a scansione meccanica mentre nel salone aerospaziale russo il simulacro del nuovo “Fulcrum-F” mostrava un apparato AESA Phazotron-NIIR Zhuk-A/AM dotato di oltre mille moduli di ricezione/trasmissione a stato solido.
Secondo il costruttore questo nuovo sistema radar può rilevare bersagli in BVR fino a 260 chilometri inseguendone contemporaneamente 30 e ingaggiandone fino a 6 (in modalità aria-aria) o 4 (in modalità aria-terra).
Valori decisamente più prestanti rispetto al radar precedente (120 km in modalità BVR, 10 obiettivi inseguiti contemporaneamente e un ingaggio multiplo rispettivo di 4 bersagli aerei e 2 terrestri)
Tra le dotazioni mostrate inoltre, un pod elettro-ottico di ricerca e targeting OLS-K installato sotto il motore destro, una cellula dotata di piani di coda verticali più alti, un HUD più ampio e un sistema di puntamento e designazione del bersaglio installato sul casco del pilota oltre ad una vasta panoplia di armamenti aria-aria e aria-terra di nuova generazione tra cui i missili aria-aria a guida radar attiva R-77/RVV-AE e R-37M/RVV-BD, missili aria-superficie Kh-38MLE, antinave Kh-35UE e bombe KAB-500 e plananti GROM-E2 da 600 kg.
Infine, a proposito dell’interesse mostrato da alcune delegazioni nei confronti di questo velivolo è doveroso riportare che secondo il Military Watch potrebbe essere l’Egitto una delle nazioni più propense all’acquisto del MiG-35 poiché un ulteriore ordine potrebbe essere effettuato dopo il completamento delle consegne dei 46 caccia MiG-29M/M2 ordinati nel 2015. Non ultimo, secondo i russi, anche un forte interesse manifestato dall’Iran nei confronti dell’ultima e recente versione del Fulcrum.
Sukhoi Su-35
Il potente caccia russo, ultima versione della famiglia dei Flanker, è stato ovviamente surclassato per attenzione dal Su-57, ma le sue capacità sono chiare e distinte. Il Super Flanker, a differenza del caccia di quinta generazione, è un progetto maturo e molto valido ma soprattutto già da tempo usato in un contesto operativo reale come quello siriano.
Gli analisti militari russi esprimono spesso dubbi e perplessità nella competizione commerciale venutasi a creare con la linea Sukhoi: Su-30SM, Su-35 e Su-57 che secondo alcuni aspetti potrebbero pestarsi i piedi a vicenda, ma la realtà è che ognuno di questi aerei è specifico per usi e capacità.
. Basti vedere quali nazioni hanno acquistato il Su-30SM, quali il Su-35 e ancora, quali sono interessate al nuovo caccia di quinta generazione.
L’unica certezza è che il bureau Sukhoi ha costruito un discreto portafogli d’ordini e di clientela invidiabile, a differenza dei cugini della MiG. Un marchio che può oggi far valere solo una carta (quella del MiG-35), poiché il futuro intercettore MiG-41 difficilmente uscirà fuori dai confini nazionali russi.
Il-78M-90A
La nuova aerocisterna basata sull’ultima versione dell’Il-76 (l’Il-76MD-90A, anch’esso presente al MAKS e il cui terzo esemplare fresco di consegna è giunto alla VTA russa in occasione della conclusione del salone russo) è stata presentata per la prima volta al MAKS e ad affiancarlo erano presenti altre tre varianti del “Candid”: l’Il-76MDK2 di Roskosmos specifico per l’addestramento dei cosmonauti nelle condizioni di gravità zero a breve termine; l’Il-76LL della UAC dotato del motore PD-14 per i test in volo e l’Il-76LL, anch’esso laboratorio volante ma per il collaudo del turboelica TV7-117ST previsto per essere il propulsore dell’aereo da trasporto leggero Il-112V e della variante civile dell’Il-114-300.
A proposito di Il-76MD-90A, giunge la notizia mentre scriviamo che un esemplare è giunto in Bangladesh per una valutazione tecnico-operativa da parte dei militari locali e che un altro esemplare realizzato dalla JSC Aviastar-SP è in fase di realizzazione considerando che, lo ricordiamo, nel 2012 il Ministero della Difesa russo ha firmato un primo contratto iniziale per 39 Il-76MD-90A da destinare alle Forze Armate di Mosca.
Russian Helicopters
Russian Helicopters Holding Company (parte della Rostech State Corporation) ha presentato ben tre nuovi prodotti civili al salone russo: Il Kamov Ka-62 polivalente di medie dimensioni, il primo elicottero Mil Mi-38 seriale (sia versione civile che nella versione militare Mi-38T) e un elicottero leggero Ansat in allestimento speciale VIP realizzato con la collaborazione del marchio nazionale NAMI, creatore delle auto di lusso presidenziali Aurus.
L’elicottero multiruolo di medie dimensioni Ka-62 che fa ampio uso di materiali compositi ha compiuto il suo debutto al MAKS poiché presentato sia come parte dell’esposizione statica della holding che – per la prima volta – all’esibizione di volo. La caratteristica distintiva dell’elicottero è il suo schema a rotore singolo con un rotore anticoppia incassato (fenestron); uno schema atipico rispetto alla formula coassiale tipica del marchio Kamov.
Del Mi-38 civile presentato al salone in versione VIP con una cabina “comfort superior” in grado di trasportare fino a undici passeggeri a bordo (a differenza della versione base che di passeggeri ne può trasportare fino a 30), il costruttore ha dichiarato un raggio di volo di ben 1200 km. Per la cronaca, tale versione proprio nella prima giornata del salone ha ricevuto due certificazioni di omologazione da parte dell’agenzia federale dei trasporti aerei russi RosAviatsia aprendo così nuove prospettive per le consegne in patria e all’estero di questo nuovo elicottero.
L’esposizione statica della holding russa Helicopters inoltre, ha visto l’esposizione del prototipo dell’elicottero monomotore leggero VRT500 (presentato lo scorso aprile a Milano al Fuorisalone nello showroom di Italdesign) e della versione senza pilota VRT300 sviluppati entrambi dall’ufficio di progettazione ‘VR-Technology”.
Sono stati numerosi i contratti siglati con le aziende di trasporto civili russe per l’acquisto di diversi elicotteri Mi-8AMT e Ansat: contratti stimati in 248 milioni di rubli sono stati firmati da Novikombank partner finanziario generale del salone.
Ancora, in ambito militare, oltre alla vasta panoplia di elicotteri Mil/Kamov presenti sia nella mostra statica che in quella di volo, una delle novità del salone ha riguardato un’ennesima versione del famoso Mi-24 Hind: Il Mil Mi-24P-1M mostrato al pubblico con una particolare livrea a grandi pixel verde e sabbia e dotato di nuova avionica quali sistemi di puntamento e navigazione, radar opzionale APAR (Active Phased Array Radar), pilota automatico, sistema di difesa aerea, etc., e che vanta una riduzione di peso complessiva di 430 kg pur dichiarando, grazie ai nuovi sistemi elettronici sviluppati dalla KRET, un aumento generale della sopravvivenza in combattimento e della potenza d’attacco complessiva.
Progettato per la distruzione dei veicoli corazzati e il supporto delle unità di terra, la caratteristica più importante del Mi-24P è la dichiarata capacità trasportare personale equipaggiato, fino a tre feriti dal campo di battaglia ma soprattutto carichi all’interno della cabina o attraverso un’imbracatura esterna.
Lo sviluppo costante di nuove versioni dell’Hind è segno dell’interesse mondiale mai venuto meno per questa macchina estremamente versatile e potente.
MC-21-300
Impossibile non citare la presentazione in anteprima mondiale dell’aereo passeggeri a medio raggio russo Irkut MC-21-300 considerata a tutti gli effetti come dicevamo prima la star di questa edizione del MAKS 2019; una versione da 163 (e fino a 211) e passeggeri e 6.000 chilometri di autonomia, simile all’Airbus A320neo, al Boeing 737 MAX 8 o al Comac C919.
Un velivolo che adotta soluzioni innovative in tutti i contesti: uso di materiali compositi, bassi livelli di rumore, consumi ridotti di carburante, uso di nuove generazioni di leghe d’alluminio, strumentazioni digitali, luci led, corridoio ampio, motori turbofan PD-14 sviluppati da United Engine Corporation – dopo il divieto di utilizzo a seguito di sanzioni dei Pratt & Whitney – e molto altro ancora. Tutte caratteristiche che lo hanno portato ad ottenere durante il MAKS un primo discreto portafogli d’ordini in patria.
Secondo il costruttore alla fine del 2019 verrà costruito il quarto prototipo e alla fine del 2020 verrà ottenuta la prevista certificazione che consentirà di trasferire i primi ordini già dal 2021. Due MC-21-300, incluso un terzo modello su cui era montata la cabina passeggeri sono mostrati in un parcheggio statico. Un quarto aereo ha preso invece parte al programma di volo.
Si noti bene che il propulsore PD-14 è il primo motore a turbogetto civile creato in Russia nel periodo post-sovietico, ad eccezione del SaM-146 sviluppato tuttavia in collaborazione con i francesi. L’obiettivo del progetto che ha coinvolto praticamente tutte le principali aziende russe del settore dei propulsori aerei (JSC Perm Motors, PJSC Saturn, PJSC UMPO, JSC Salyut, AO Metallist-Samara, JSC STAR, JSC PZ Mashinostroitel, PJSC VASO, JSC ONPP Tecnologia – AG Romashina) è quello di conquistare oltre il 10% del mercato dei motori turbofan nella classe di spinta compresa tra le 7 e le 18 tonnellate.
Presenza fissa infine per il Sukhoi Superjet sia alla mostra statica che nell’esibizione di volo. Segnale di una chiara intenzione di riprendere in mano le redini di un’industria, quella aeronautica civile, rovinosamente crollata assieme alle vicissitudini dell’ex impero sovietico.
CR929
Di questo grande velivolo ci siamo occupati in passato per l’eventuale possibilità di risvolti militari: si tratta infatti di un wide-body a lungo raggio da 250 e fino a 320 posti sviluppato da CRAIC, una joint-venture tra la cinese Comac e la russa United Aircraft Corporation (UAC) nata per sfidare il duopolio di Airbus e Boeing.
Al MAKS 2019 è avvenuta la prima presentazione ufficiale di un modello di fusoliera frontale in scala del prototipo CR929; un mock-up lungo 22 metri tendente a mostrare parte dell’abitacolo e della cabina del velivolo. L’UAC ha affermato che CRAIC sta lavorando al lancio del CR929 presso le compagnie aeree del sud-est asiatico, del Medio Oriente e di altre regioni. Il consorzio CRAIC continua a lavorare per garantire ai clienti il lancio dell’ambizioso programma widebody sino-russo considerando che il primo volo del tipo è previsto intorno al 2025.
Airbus e Embraer
Al MAKS 2019 i produttori di aeromobili stranieri hanno presentato un numero di aerei mai finora mostrato in Russia. Tra questi hanno preso parte all’esposizione russa l’aereo a corto raggio Embraer E195-E2 con un affascinante colorazione “Tech Lion”, il business jet Pilatus PC-24 in grado di volare su campi di aviazione non pavimentati e l’aereo leggero Piter M500. L’aeromobile wide-body Airbus A350-900 ha già partecipato agli showroom del MAKS, ma in questa edizione sono stati mostrati elementi della soluzione Airbus Connected Experience.
Esibizioni in volo e mostra statica
Inutile dire che tra mostra statica ed esibizioni in volo era possibile vedere praticamente quasi tutta l’intera flotta aeronautica russa.
Ta tra queste degne di menzione, oltre alle numerose pattuglie acrobatiche accorse al salone russo (tra cui le nazionali Russian Knights, Falcons of Russia del Lipetsk Aviation Center della VKS, gli Swifts e i Rus’, gli Hummingbirds, i First Flight, gli ANBO, e i lettoni Baltic Bees Jet Team), una coppia di Su-30SM dell’Aviazione della Marina russa impegnata in dimostrazioni di dogfight, il futuro addestratore basico Yakovlev Yak-152, l’idrovolante anfibio Beriev Be-200 un bellissimo MiG-15UTI e gli altrettanto affascinanti Ilyushin Il-2M, MiG-3, Polikarpov I-15 bis e I-153 “Chaika” della Seconda Guerra Mondiale.
In mostra statica invece, oltre ai consueti velivoli russi contemporanei era possibile ammirare bellissimi pezzi di storia dell’ingegneria aerospaziale sovietica: dal supersonico civile Tupolev Tu-144, al mastodontico Myasishchev VM-T Atlant, fino al Sukhoi Su-15 UM “Flagon” o ancora, i dimostratori tecnologici di fine anni 90 e avversari quali i MiG 1.44 e Sukhoi Su-47 “Berkut”, senza tralasciare il primo velivolo sperimentale al mondo con alimentazione criogenica, ovvero il Tupolev Tu-155.
I numeri del MAKS 2019
Numerose attività ludico-ricreative e collaterali – mai presenti finora, per lo meno non in modo così massiccio in un salone aerospaziale russo – hanno reso il MAKS 2019 ancora più interessante e decisamente poliedrico: competizioni acrobatiche con la gara MAKS Cup 2019, tornei di calcio e tennis per le aziende russe intervenute e ancora numerose attività e attrazioni che hanno coinvolto grandi e piccini.
I numeri di questa edizione sono altrettanto importanti: 827 aziende (di cui 184 straniere) provenienti da 33 paesi hanno preso parte al MAKS 2019; tra questi solo la Cina era rappresentata da ben 21 espositori, nulla di strano se consideriamo che questo è il primo MAKS organizzato con la collaborazione della Repubblica Popolare cinese.
210 aerei presenti (tra mostra statica ed esibizioni in volo): 133 velivoli in mostra statica e 81 coinvolti nelle varie esibizioni di volo (di cui 39 ripartiti tra le otto squadre acrobatiche coinvolte).
In sei giorni di salone russo ben 578.810 presenze tra professionisti e appassionati di aviazione hanno affollato la base aerea di Zhukovsky mostrando ancora una volta un’organizzazione impeccabile su tutti i fronti tipici di queste grandi manifestazioni (affluenza, sicurezza, gestione delle emergenze, logistica e deflusso).
Per i primi tre giorni di lavoro – i cosiddetti giorni riservati agli addetti al settore – la mostra è stata visitata da 143.500 specialisti; cifra che supera significativamente le prestazioni raggiunte negli anni passati. I membri di 120 delegazioni ufficiali hanno preso visione dei prodotti delle aziende russe e, in tema di eventi, nei giorni della mostra si sono svolte circa 90 conferenze, seminari, tavole rotonde e sessioni strategiche, con la partecipazione di oltre 2000 specialisti.
I leader delle industrie aeronautiche e spaziali russe e i maggiori produttori mondiali (citiamo le presenze di Boeing, Piper, Aero Vodochody, Piaggio, Pilatus, Leonardo oltre alle citate Airbus e Embraer) hanno mostrato i loro prodotti su un’area coperta di padiglioni pari a 26.500 mq e su ben 45.000 mq di aree aperte adibite a mostre statiche. Grande assente oramai da diverse edizioni e per ovvi motivi il costruttore ucraino Antonov.
Il valore dei contratti e degli accordi firmati durante i sei giorni del salone ha superato i 250 miliardi di rubli e il potenziale commerciale dell’evento è stimato in 400 miliardi di rubli.
Oltre ai numerosi contratti nazionali di cui parlavamo prima, un contratto di esportazione di armamenti militari (altri ne verranno sicuramente firmati in seguito ai colloqui intrapresi con le delegazioni straniere) riguarda l’Algeria.
In occasione del MAKS 2019 Algeri ha firmato tre specifici accordi: il primo prevede la fornitura di 14 caccia MiG-29M2, il secondo la fornitura di altri 14 Sukhoi Su-30MKA, mentre il terzo contempla la modernizzazione e il potenziamento dei 58 Su-30MKA acquistati in precedenza dalla Russia.
Mai come quest’anno il MAKS ha rappresentato un evento social a tutti gli effetti: non solo le pagine ufficiali del salone presenti just in time su Facebook, Instagram o VK, ma anche numerosissimi canali Telegram internazionali e russi, non ultimo il nostro canale Aviazione russa – Analisi Difesa che in occasione di questo salone ha tenuto informato giorno per giorno i suoi iscritti con dovizia di video, foto e news in anteprima assoluta.
E ovviamente manco a dirlo già si pensa al futuro: con ordinanza del Governo della Federazione Russa nr. 1606-r del 19 luglio 2019, infatti, la futura edizione MAKS 2021 è stata già inclusa nell’elenco delle mostre internazionali delle risorse militari del territorio della Federazione Russa.
Foto Aviasalon.com, Ilyushin e Ministero Difesa Russo
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.