Secondo aggiornamento per i caccia imbarcati russi Sukhoi Su-33
Il caccia Sukhoi Su-33 (variante navale del Su-27) è stato realizzato in circa 30 esemplari per costituire la principale componente imbarcata sulla portaerei Admiral Kuznetsov prima che le sue linee di produzione venissero chiuse nel 1999.
Dopo un primo aggiornamento che ha riguardato solo 20 esemplari presso gli impianti Sukhoi di Komsomolsk sull’Amur e l’Aircraft Repair Plant nr. 20 di Pushkino, consistente nell’attivazione dei sistemi di navigazione satellitare, un nuovo ricevitore di allarme radar (RWR) e nell’applicazione del sistema di elaborazione SVP-24-33 per attacchi di precisione con bombe a caduta libera, il Su-33 è giunto ora alla sua “seconda (e probabilmente ultima) fase” di aggiornamento.
Un ammodernamento che include i propulsori AL-31F serie 03 potenziati, sistemi di rilevamento più potenti tali da renderlo decisamente multiruolo rispetto alla versione originaria e un sistema Tactical Data Link per comunicazione e trasmissione dati tra i Su-33 e i MiG-29K/KUB, l’altro fighter imbarcato sulla portaerei Kuznetsov.
Per motivi di convenienza è probabile invece che il caccia mantenga il suo radar Mech N-001, ma la sua funzionalità sarà estesa attraverso upgrade tecnologici già testati sui caccia russi Su-27SM3 e Su-30M2 che includono la capacità di ingaggiare contemporaneamente due bersagli aerei con missili a guida radar, nonché la mappatura del terreno.
A tal proposito però, ha riferito il comandante dell’Aviazione della Marina russa maggior generale Igor Kozhin, questa seconda fase potrebbe non essere applicata a tutti i Su-33 attualmente esistenti quanto piuttosto coinvolgere solamente quelle cellule che hanno una durata di vita sufficiente da restare operative almeno fino al 2025.
Foto Marina Russa
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.