Un nuovo motore per tutti i cacciabombardieri Sukhoi “Flanker”
Il Ministero della Difesa russo ha ordinato lo sviluppo di un unico motore per i caccia Sukhoi della famiglia “Flanker” (denominazione NATO) di generazione “4” e “4++”.
Lo ha dichiarato Yevgeny Semivelchenko amministratore delegato di ODK UMPO (Ufa Engine Industrial Association) riferendosi a un propulsore in grado di essere installato su Su-27, Su-30SM e Su-35 che al momento sono equipaggiati rispettivamente con i motori AL-31F, AL-31FP e AL-41F-1S.
Secondo Oleg Panteleyev direttore esecutivo dell’agenzia Aviaport «per il principale operatore dei caccia della famiglia dei Flanker (Su-27, Su-27SM/2/3, Su-30, Su-30SM e Su-35), ovvero il Ministero della Difesa russo, la creazione di un motore universale significa una riduzione della gamma di prodotti acquistati, una netta semplificazione della manutenzione, della logistica ad essa connessa e non solo, poiché anche dal punto di vista del produttore la riduzione della varietà dei modelli prodotti promette di aumentare la produzione seriale di parti e semplificare l’assemblaggio e i test pre-produzione”, ha detto in un’intervista rilasciata a RBC (RosBusinessConsulting).
“Tuttavia – ha aggiunto Panteleyev – ci vorranno almeno due anni per costruire un propulsore simile tenendo conto di tutti i test necessari e del tempo necessario a completarli.»
Il rapporto in questione non lo cita ma non è da escludere che tale iniziativa possa coinvolgere ovviamente anche il “Sea Flanker”, ovvero il caccia imbarcato Sukhoi Su-33 dotato dell’AL-31F3 e persino il cacciabombardiere Sukhoi Su-34 (Codice NATO “Fullback”) dotato dell’AL-31F M2.
Come anticipato da Analisi Difesa, tale iniziativa era già stata in parte preannunciata attraverso l’annuncio della realizzazione della nuova variante del Su-30SM denominata Su-30SMD che considerava tra le varie migliorie l’adozione del propulsore del Su-35, ovvero l’AL-41F-1S noto in Russia come “Izdeliye 117S”, un motore turbofan modulare a due alberi con controllo vettoriale della spinta e controllo digitale integrato che offre una spinta di 14.000 kgf con postcombustione inserita, oltre a requisiti di manutenzione inferiori, una maggiore durata e il 16% in più di spinta rispetto allo standard AL-31.
Non dimentichiamo infine l’aspetto commerciale e il possibile successo d’esportazione verso quei paesi, Cina in primis (che adotta una serie estremamente variegata di Su-27SK/30MKK/30MK2 e dei suoi sviluppi/cloni confluiti in numerosi progetti nazionali quali J-16/D, J-11A/B/BH/BG/D e J-15 oltre al modernissimo Su-35), ma anche Indonesia, Algeria, Vietnam e India.
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.