Tutti i guai dell’elicottero russo Kamov Ka-62
Il progetto dell’elicottero Ka-62 sembra giungere faticosamente al compimento del 30° compleanno dalla data del suo avvio. L’elicottero dovrebbe infatti completare i test di volo entro la fine dell’anno e ottenere una certificazione di tipo base nel 2021. Al momento i test sono in pieno svolgimento e gli sviluppatori impegnati a rispettare l’ennesima tabella di marcia che anno dopo anno è venuta inevitabilmente a slittare.
Ricordiamo infatti che il Kamov Ka-62 è stato ideato nel 1990 come variante civile dell’elicottero militare Ka-60 “Kasatka” il cui progetto non è mai stato attuato in seguito al crollo dell’URSS.
Ripresi nel 2000, i lavori del Ka-62 sono andati avanti molto lentamente e la tempistica è andata via via slittando dal 2010 al 2015, poi al 2017 fino al 2020 e adesso con l’ultima data relativa al 2021 pur con una produzione di tre prototipi volanti.
A motivare questi ritardi sono spuntate ragioni non solo tecniche: il Comitato investigativo russo ha infatti avviato ben tre indagini penali per appropriazione indebita di circa 3,6 miliardi di rubli durante la costruzione e la progettazione dell’elicottero che coinvolgono funzionari della holding Russian Helicopters, della società Kamov e del Ministero dell’Industria e del Commercio.
Secondo una fonte all’agenzia di stampa TASS il primo dei tre casi penali di frode (art. 159 del Codice penale della Federazione Russa) è stato avviato nel luglio 2019, il secondo alla fine di ottobre dello stesso anno dalla Direzione investigativa principale della regione di Mosca sulla base di materiali provenienti dalla perquisizione effettuata dalla Procura della regione di Mosca e del Servizio di Sicurezza Economica (SEB) dell’FSB russo; mentre per il terzo caso, infine, è stato avviato lo scorso settembre ma la fonte non ha fornito in merito alcun dettaglio.
Come risulta dagli atti, funzionari non identificati della JSC Kamov nel periodo dal 2012 al 2014 hanno consegnato il lavoro di sviluppo “ultimato” a Russian Helicopters. Lavori di sviluppo che includevano la produzione di due fusoliere, l’assemblaggio finale del prototipo di elicottero Ka-62, la creazione di un mockup di Ka-62 a grandezza naturale, il suo trasporto presso la KumAPP di Kumertau, nonché lo sviluppo e la produzione di generatori di avviamento per il velivolo. L’inchiesta ha decretato invece che questi lavori non sono mai stati completati del tutto cosicché la Federazione Russa – secondo i documenti esaminati – ha subìto danni per un importo pari a 162,7 milioni di rubli.
Il secondo caso riguarda invece un periodo che va dal 2013 al 2016: a quel tempo, secondo gli inquirenti, funzionari non identificati di Kamov JSC stipularono contratti con il Ministero dell’Industria e del Commercio che prevedevano la consegna di due velivoli in realtà mai assemblati. In quel caso la parte lesa è proprio Russian Helicopters e il danno totale ammonta a oltre 700 milioni di rubli.
Il tenente generale Nikolai Gryaznov, ex vicedirettore generale della sicurezza della holding Russian Helicopters ha dichiarato alla TASS: – «Credo che le indagini ufficiali condotte dal nostro servizio di sicurezza e i materiali che abbiamo ottenuto indicano che presso Russian Helicopters ci siano stati furti colossali durante la costruzione e la progettazione degli elicotteri.»
Secondo Gryaznov «durante un audit ufficiale nel 2015-2016 è stato effettuato un esame indipendente che ha dimostrato che 3 miliardi di rubli dai fondi di bilancio sono stati spesi per scopi sbagliati o sottratti poiché la spesa di quel denaro non è stata documentata.»
Resta ora da verificare sulla base di questi episodi se le future scadenze verranno rispettate poiché al momento il Ka-62 non sembra essere nato sotto ottimi auspici.
Il Ka-62 è un elicottero medio multiruolo che alla fine di maggio del 2017 ha effettuato il suo primo volo di prova presso il sito della Progress Arsenyev Aviation Company. Il volo in questione è durato 15 minuti a una velocità di 110 km/h e ha dimostrato che tutte le modifiche necessarie all’elicottero sono state completate con successo.
Il Ministero dell’Industria e del Commercio della Federazione Russa prevede di vendere circa 300 Ka-62 entro il 2030 considerando che le principali aree di applicazione del velivolo includono principalmente il trasporto di passeggeri, le operazioni di aeroambulanza e i compiti off-shore.
Si tratta in effetti di una delle più recenti progettazioni della Russian Helicopters poiché è stato sviluppato tenendo conto dei più elevati standard in materia di sicurezza, eco-efficienza e risparmio di carburante e per la prima volta nella storia del settore elicotteristico russo il progetto è attuato in stretta collaborazione con partner stranieri: il Ka-62 è dotato infatti di motori Ardiden 3G da 1680 hp realizzati dalla francese Turbomeca, di un sistema di alimentazione prodotto dalla Zodiac Aerospace (anche questa francese) e di un sistema di trasmissione austriaco sviluppato dalla società Zoerkler Gears GmbH & Co KG, ma anche in questo caso tuttavia gli sviluppatori russi si sono posti il problema di una motorizzazione nazionale in via di sanzioni occidentali in agguato che potrebbero compromettere il progetto.
A tal proposito è allo sviluppo lo specifico turboalbero russo Klimov VK-1600V la cui certificazione e produzione in serie dovrebbe cominciare nel 2023, proprio con l’obiettivo di sostituire il motore francese Ardiden 3G di Safran Helicopter Engines.
Il Ka-62 non è provvisto della consueta architettura Kamov con rotori principali coassiali e contro-rotanti, bensì di un rotore principale a cinque pale e un fenestron (rotore incassato) nella coda, sistema idraulico a doppio circuito, carrello d’atterraggio con maggiori capacità di assorbimento d’urti e sedili ammortizzati per equipaggi e passeggeri; è stato progettato per il trasporto fino a 12-14 passeggeri o 2,5 tonnellate di carico mediante un’imbracatura esterna.
Foto Russian Helicopters
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.