Stati Uniti e Israele potenziano i Cyber Command
Più computer e meno cannoni, più hacker e meno marines. La difesa israeliana e il Pentagono stanno investendo sempre più risorse nelle cyber operations. Attivo dal primo gennaio 2012 il National Cyber Bureau di Tel Aviv protegge la rete informatica israeliana che è fra le più bersagliate del mondo, con decine di migliaia di attacchi al giorno, secondo un rapporto appena diffuso dal Soufan group, società americana per la sicurezza. Hamas e la Jihad islamica considerano i cyber attacchi una parte importante della loro lotta contro Israele e nel gennaio dell’anno scorso un hacker saudita riuscì a bloccare la Borsa di Tel Aviv e il sito della compagnia di bandiera El Al. Se la parte difensiva è la più evidente, la cyber strategia israeliana ve ben oltre. “Vi sono tre dimensioni: intelligence, difesa e offesa. Chi si occupa di una non può ignorare le altre due”, nota Amos Yadlin, ex capo dell’intelligence oggi alla guida dell’Istituto di studi per la sicurezza nazionale di Tel Aviv. Secondo il sito Ynet news il bilancio dell’unità dell’intelligence dedicata ai cyber attacchi è cresciuto sino a 2 miliardi di shekel (537 milioni di euro). E del resto gli iraniani considerano Israele e gli Stati Uniti responsabili degli attacchi informatici, per esempio con il virus Stuxnet, che hanno colpito il loro programma nucleare. Il Bureau finanzia anche programmi d’informatica nei licei (50 milioni di shekel) e l’avvio di start up nel settore (80 milioni), in un paese dove l’hi-tech è un settore trainante dell’economia. “La cyber sicurezza può essere un fattore di crescita nazionale” ha affermatpo Rami Efrati, capo del settore civile del Bureau. A Washington il Pentagono sta ridyucendo gli effettivi di Army e Marine Corps ma ha approvato il 29 gennaio un rafforzamento del Cyber Comand, preposto alla cybersecurity, che nei prossimi anni quadruplicherà le forze del comando che garantisce la difesa dei sistemi informatici nazionali ed è pronto ad operazioni informatiche offensive per rispondere all’attacco di eventuali nemici. Ora composto di 900 unità, il Cyber Command nei prossimi anni arriverà ad avere 4.900 dipendenti, tra militari e civili, che avranno il compito di contrastare le sempre più crescenti minacce che arrivano dal cyberspace. Il comando così ampliato sarà suddiviso in tre segmenti: le “national mission forces” che avranno il compito di difendere i sistemi informatici che controllo le principali infrastrutture del paese, tra le quali le reti elettriche; le “combat mission forces” che aiuteranno i diversi comandi a pianificare e realizzare attacchi ed altre operazioni di controffensiva informatica; le “cyber protection forces”, che dovranno rafforzare il sistema di difesa delle reti del Pentagono.
(con fonte Adnkronos)
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