La "Nimitz" di Putin
La rivista specializzata IHS Jane’s, con un articolo a firma del corrispondente da Mosca Nikolai Novichkov, dà notizia che il Centro di ricerche navali russo Krylovsky (KRSC, Krylovsky State Research Center) ha definito il progetto di una nuova superportaerei (Project 23000E o Shtorm), il cui modello verrà presumibilmente presentato alla stampa in occasione del “Maritime Defence Show” che si terrà a S.Pietroburgo tra il 1 e il 5 luglio.
Da quanto è finora dato sapere, si tratterebbe di una portaerei dalle caratteristiche non molto dissimili da quelle dell’americana classe “Nimtiz”, dato che raggiungerebbe un dislocamento di circa 100.000 tonnellate, una lunghezza di 330 metri, un equipaggio di 4-5.000 uomini, una velocità di 30 nodi ed una capacità di imbarco di 80-90 aeromobili tra cui il nuovo caccia di quinta generazione Sukhoi PAK-FA o T-50 (peraltro ancora in fase sperimentale), oltre ai già conosciuti Mig-29 K “Fulcrum-D” e l’elicottero Ka-27 “Helix”.
Una rivelante differenza riguarderebbe invece la propulsione, dato che le portaerei di classe “Nimitz” dispongono di 2 reattori nucleari mentre, sulla nave russa, sarebbe attualmente previsto il tipo convenzionale, pur con possibilità di dotarla di propulsione nucleare.
Il ponte di volo è angolato con 4 posizioni di lancio, di cui 2 del tipo a catapulta elettromagnetica di nuova concezione EMALS (Electromagnetic Aircraft Launch System), attualmente prevista solo per la nuova portaerei americana USS “Gerald Ford” (classe “Ford”) che entrerà in servizio nel 2016.
Relativamente alle difese, sono previsti 4 sistemi anti-missile, uno anti-siluro, sistemi di guerra elettronica. Il sistema radar è multifunzione “phased array” o “scansione di fase”, che consente cioè di determinare la quota dell’eco senza l’intervento di un apposito radar “higth-finder”.
A questo riguardo, volendo fare un raffronto con la nuova portaerei americana classe “Ford” in allestimento, va detto che quest’ultima si avvale del sistema radar DBR (Dual Band Radar) sviluppato dalla Raytheon, che opera simultaneamente su 2 frequenze integrando la banda “X” (SPY-3 Multifunction Radar) con la banda “S” (SPY-4 Volume Surveillance Radar, VSR), anche se, secondo fonti della Marina USA, l’elevato costo del sistema e la non necessaria acquisizione di tutte le sue potenzialità comporterà l’adozione di un nuovo sistema denominato EASR (Enterprise Air Surveillance Radar) che verrà installato sulla seconda portaerei della classe “Ford” in costruzione (la “USS John Kennedy”, che entrerà in servizio verso il 2019), con un risparmio stimato di 120 milioni di dollari.
Un’altra novità navale russa segnalata da Jane’s riguarda una nuova classe di cacciatorpedinieri (“destroyer”) denominata Project 23560E o Shkval, anch’essa sviluppata presso il Centro Krylovsky, ed il cui modello verrà anch’esso presentato a S.Pietroburgo.
Le caratteristiche che sono state finora anticipate rendono comunque abbastanza riduttiva la classificazione di “cacciatorpediniere”. cui forse converrebbe addirittura quella di incrociatore lanciamissili. Il dislocamento raggiungerebbe infatti a pieno carico le 15-18.000 tonnellate, la lunghezza 200 metri, la velocità 32 nodi, l’autonomia 3 mesi, l’equipaggio 200-300 uomini.
Relativamente all’armamento, il “cacciatorpediniere” sarebbe dotato di 60-70 missili da crociera, 128 missili terra-aria (SAM), 16-24 missili anti-sommergibile ed un cannone da 130 mm. Dovrebbe inoltre disporre di sistema radar “phased array”, apparati di guerra elettronica, un sistema di ricognizione subacquea ed infine imbarcare 2 elicotteri.
Qual’è stata comunque la reazione americana all’ipotesi di una nuova superportaerei russa in grado di competere con le loro? -“Let’s not make too much of this”- non fateci troppo conto, ha sentenziato James R. Holmes, professore di strategia navale presso il Naval War College di Newport, Rhode Island, dopo aver visto, oltre alle caratteristiche, il costo (circa 8,5 miliardi di dollari) e il tempo (7 anni) preventivati.
Foto: Jane”s e Tpsdave / Pixabay
Fabio RagnoVedi tutti gli articoli
Padovano, classe 1954, è Colonnello dell'Esercito in Ausiliaria. Ha iniziato la carriera come sottufficiale paracadutista. Congedatosi, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza ed è rientrato in servizio come Ufficiale del corpo di Commissariato svolgendo incarichi funzionali in varie sedi. Ha frequentato il corso di Logistic Officer presso l'US Army ed in ambito Nato ha partecipato nei Balcani alle missioni Joint Guarantor, Joint Forge e Joint Guardian.