I clandestini arma della propaganda del Califfo
di Wikilao
*La macchina della propaganda jihadista si è messa in moto anche sulla drammatica vicenda dei migranti. Prima la pubblicazione su Dabiq della famosa foto del piccolo Aylan Kurdi esanime su una spiaggia turca, accompagnata dalla scritta “The danger of abandoning Darul Al Islam” (Il pericolo di abbandonare la Casa dell’Islam); ora ecco un video-patchwork, fatto circolare nei canali legati all’ISIS e prodotto dalla nota Asawirtimedia.
Si rivolge “a tutti i profughi delle terre della coalizione cristiana” e descrive l’odissea di chi bussa alle porte d’Europa, mischiando le immagini dei migranti respinti e arrestati sul fronte balcanico della crisi a quelle dei salvataggi nel Mediterraneo.
Spunta anche un grande logo della Marina Militare italiana, nella parte del video in cui si propone, strumentalizzandolo, un servizio televisivo con le riprese di interventi di soccorso in acqua.
Il collage iniziale è accompagnato da una canzone con un testo carico di dolore e tristezza ed è seguito da alcune testimonianze. Una donna dice: “hanno picchiato mio marito. Per me lui per me é tutto, non voglio che lo picchino”.
Un ragazzo denuncia: “siamo qui da tre giorni sotto il sole senza cibo e acqua e non ci dicono niente.
Ci trattano da impuri”. Un altro racconta: “ci hanno maltrattato in Turchia, ci hanno maltrattato in Grecia e ci hanno maltrattato in Serbia, ma il maltrattamento peggiore é stato in Ungheria. Ci hanno mentito dicendo che se ci facevamo prendere le impronte digitali ci facevano andare a Budapest, invece siamo reclusi qui e non possiamo andare da nessuna parte, neanche in Germania”.
Dopo il terzo minuto interviene Abu Bakr Al Baghdadi in persona. E’ la sua voce , a rivolgersi ai migranti con toni accorati. “I nostri cuori – afferma – sono spezzati. Avete lasciato le vostre abitazioni e i vostri Paesi, ora siete profughi.
Tornate a casa e potrete contare su Dio e sullo Stato Islamico. Qui troverete il calore umano e la sicurezza. Voi siete le nostre famiglie, e noi difenderemo voi e i vostri beni. Vogliamo la vostra dignità, la vostra sicurezza e la vostra salvezza dall’inferno”.
Più avanti Al Baghdadi insiste: “i musulmani da noi vivono con dignità, stanno bene economicamente e vivono la loro vita familiare e lavorativa sotto l’ombrello della Sharia, grazie a Dio. Dovete contare su Dio e sullo Stato Islamico”.
Analisti interpellati da WikiLao sottolineano un sottotesto del messaggio, che va pesato considerando che “chi anche lo volesse, avrebbe serie difficoltà a rimettersi in viaggio in tempi brevi, stavolta verso le zone controllate dall’ISIS”.
Il video è ritenuto “parte di una sofisticata operazione-simpatia” avviata dall’autoproclamato Califfato e che “rischia effettivamente di fare presa fra chi, sentendo tradite le aspettative del suo viaggio verso l’Europa, potrebbe raccogliere l’invito alla radicalizzazione”, anche rimanendo in quelle terre cristiane nelle quali, è comunque l’intendimento esplicitato nel filmato, si vuole comunque entrare. Col solo interrogativo, ripetuto due volte: “da quale porta?”.
Immagini tratte dal video dell’Isis
RedazioneVedi tutti gli articoli
La redazione di Analisi Difesa cura la selezione di notizie provenienti da agenzie, media e uffici stampa.