“ZANZARE” SULL’ISIS: UN ANNO DI CAMPAGNA AEREA DELLA COALIZIONE
Non è un mistero per nessuno che i risultati della campagna aerea internazionale a guida USA contro il Califfato siano finora irrisori e che, fatte le debite proporzioni, hanno fatto di più gli aeroplani russi dislocati vicino a Latakia nelle ultime settimane in quella che la NATO continua a vedere come una provocazione. Lo si capisce anche confrontando oltre un anno di raid su Iraq e Siria con i ben più intensi impegni di guerre passate, come quella sulla Serbia del 1999, seppure già l’offensiva del 2011 sulla Libia del traballante Gheddafi indicasse una sorta di “degenerazione” del potere aereo occidentale causata dalla mancanza di obbiettivi politici chiari, senza i quali usare uno strumento militare è inutile e perfino controproducente. La mancanza di piani politici precisi rende inconsistente, di riflesso, il livello strategico delle operazioni lasciando che gli interventi decadano al rango di inconcludenti ripetizioni di azioni puramente tattiche, senza un ampio costrutto.
L’autunno del 2015, o al più tardi l’inverno fra 2015 e 2016, potrebbe vedere una svolta nella lotta al Califfato jihadista dell’ISIS, fondato da Abu Bakr Al Baghdadi a cavaliere dei territori di Iraq e Siria. Ma soltanto a patto che gli Stati Uniti d’America, e le nazioni di cui sono capofila, si convincano della necessità di accettare una coalizione allargata alla Russia, al regime siriano di Bashar el Assad e ai loro alleati regionali, nella fattispecie l’Iran e le milizie libanesi sciite Hezbollah. L’entrata in lizza di aerei e piloti russi apertamente incaricati da Vladimir Putin di lottare a fianco di Damasco ha ribaltato la scacchiera e pone l’Occidente di fronte a un dilemma che sta alimentando non poche discussioni nelle cancellerie, in contrasto con la coerenza lineare con cui i dirigenti del Cremlino seguono una loro strategia di lungo periodo.
Mirko MolteniVedi tutti gli articoli
Nato nel 1974 in Brianza, giornalista e saggista di storia aeronautica e militare, è laureato in Scienze Politiche all'Università Statale di Milano e collabora col quotidiano “Libero” e con varie riviste. Per le edizioni Odoya ha scritto nel 2012 “L'aviazione italiana 1940-1945”, primo di vari libri. Sempre per Odoya: “Un secolo di battaglie aeree”, “Storia dei grandi esploratori”, “Le ali di Icaro” e “Dossier Caporetto”. Per Greco e Greco: “Furia celtica”. Nel 2018, ecco per Newton Compton la sua enciclopedica “Storia dei servizi segreti”, su intelligence e spie dall’antichità fino a oggi.