Sotto sequestro il convertiplano AW-609
Nuovo, duro (si spera non fatale) colpo al programma del convertiplano civile e per compiti di homeland security AW-609 di Agusta Westland, selezionato dagli Emirati Arabi Uniti per compiti di ricerca e soccorso (SAR).
Giovedì 19 maggio la Procura della Repubblica di Vercelli ha ordinato ai Carabinieri di mettere sotto sequestro nello stabilimento di Cascina Costa il terzo prototipo del velivolo, che stava per essere trasferito negli USA per il proseguimento dei collaudi in vista della certificazione entro fine 2018 da parte della Federal Aviation Administration.
Oltre al prototipo sono stati messi i sigilli all’hangar che lo ospita, insieme con le attrezzature di collaudo e di supporto tecnico-manutentivo
Il provvedimento, secondo quanto ha riferito per primo nell’edizione di sabato il quotidiano di Varese “La Prealpina”, nasce dall’inchiesta della Magistratura sull’incidente occorso al secondo prototipo il 30 ottobre del 2015 nei cieli di Santhià, e costato la vita ai piloti collaudatori Pietro Venanzi ed Herb Moran.
Il velivolo esplose in aria durante un test che serviva a indagare una parte particolarmente critica dell’inviluppo di volo. Secondo gli inquirenti, supportati da alcuni consulenti tecnici, potrebbero esserci state carenze di progetto.
A marzo, i responsabili del programma più avanzato di quello che è diventato un semplice settore di attività della “One company” Leonardo-Finmeccanica, avevano detto di avere elementi sufficienti sulle cause di quell’incidente.
La sua dinamica, avevano spiegato, era stata ricostruita nei particolari e c’era fiducia sullo sviluppo delle indagini, condotte in parallelo anche dall’Agenzia Nazionale Sicurezza Volo.
Avevano anche parlato della necessità di apportare alcune modifiche al convertiplano, che non avrebbero impattato sull’ottenimento della certificazione.
I sigilli al velivolo e lo stop di fatto al proseguimento di un programma di certificazione già complesso e sofferto, con vari anni di ritardo sulle spalle (nel convertiplano, oltre alla “parte elicottero” c’è da sperimentare e ottimizzare anche la “parte aeroplano”), in realtà pongono pesanti incognite sul futuro di un sfida tecnologica e industriale sulla quale la ex-Agusta Westland, acquisito cinque anni fa il completo controllo del programma dopo averne rilevata la quota americana, puntava molte carte.
Visto anche, si fa notare fra gli operatori, il perdurare della flessione del mercato degli elicotteri offshore provocata dal basso costo degli idrocarburi.
Foto Finmeccanica-Leonardo
Silvio Lora LamiaVedi tutti gli articoli
Nato a Mlano nel 1951, è giornalista professionista dal 1986. Dal 1973 al 1982 ha curato presso la Fabbri Editori la redazione di opere enciclopediche a carattere storico-militare (Storia dell'Aviazione, Storia della Marina, Stororia dei mezzi corazzati, La Seconda Guerra Mondiale di Enzo Biagi). Varie collaborazioni con riviste specializzate. Dal 1983 al 2010 ha lavorato al mensile Volare, che ha anche diretto per qualche tempo. Pubblicati "Monografie Aeree, Aermacchi MB.326" (Intergest) e con altri autori "Il respiro del cielo" (Aero Club d'Italia). Continua a occuparsi di Aviazione e Difesa.