Pellegrinaggio a Damasco per gli 007 europei e arabi
Bandito dalla Lega Araba, condannato e deprecato quotidianamente dalla quasi totalità della comunità internazionale, il regime siriano di Bashar Assad viene corteggiato e consultato dai servizi segreti dei Paesi arabi ed europei preoccupati dale migliaia di volontari del jihad che militano con i gruppi stremisti è diventato un importante punto di riferimento per i servizi segreti dei Paesi arabi ed europei. A svelare un po’ di dettagli a questo proposito ha provveduto il sito internet del think tank Middle East Monitor raccontando che in maggio è giunto a Damasco per consultazioni con i vertici dell’intelligence locale il capo del servizi segreti federali tedeschi (BND) Gerhard Schindler (nella foto). La notizia sembra essere trapelata da fonti diplomatiche secondo le quali Schindler avrebbe discusso con il generale Ali Mamlouk, al vertice dell’intelligence militare di Damasco, delle informazioni circa I volontari europei e tedeschi che combattono al fianco dei ribelli molti dei quali bsono stati uccisi o catturati dall’esercito governativo. I tedeschi non sono certo gli unici a inviare i propri leader dei servizi di informazione e sicurezza ad “abberverarsi” allle fonti di Damasco e secondo le fonti del MEM anche l’intelligence italiano dello Yemen e degli Emirati Arabi uniti avrebbero recentemente inviato funzionari a raccogliere informazioni circa propri cittadini ucciosi, catturati o anche solo identificati come combattenti in alcune delle milizie salafite o qaediste attuve in Siria.
Il fatto che dalla Germania sia stato inviato a Damasco il direttore del BND sembra indicare che la sua missione avesse anche compiti di maggiore spessore rispetto alla semplice raccolta delle informazioni fornite dai “colleghi” siriani. Le stesse fonti del Middle east Monitor riferiscono infatti che Schindler avrebbe mediato in un accord segreto tra Israele ed Hezbollah in base al quale ai miliziani sciiti libanesi veniva concesso di intervenire nel copnflitto siriano in appoggio ai governativi a patto che gli uomini di Hassan Nasrallah non colpiscano Israele nè gli interessi di Grusalemme. L’accordo, che conferma il prestigio di cui gode l’intelligence tedesca oin quell settore del Medio Oriente, sembrerebbe indicare un support indiretto degli israeliani alla controiffensiva di Assad che proprio grazie ai miliziani Hezbollah (insieme ai pasdaran iraniani e ai miliziani sciiti iracheni legati al movimento di Moqtada al Sadr vicino all’Iran) sta ottenendo successi sui frionti di Qasyr, Homs e Aleppo. Nonostante la Germania abbia approvato le sanzioni a Damasco e, alla stregua degli altri partner di Nato e Ue, abbia più volte suggerito a Bashar Assad a farsi da parte, queste notizie sembrano indicare uno spostamento della posizione di Berlino, forse intimorita dal rischio che dopo assad la Siria sprofondi nel caos e di certo preoccupata da come il jihadismo sunnita riesca a mobilitare contro Damasco migliaia di volontari anche in Europa.
a nuova posizione tedesca circa la crisi siriana, anche se non ufficiale, assomiglia a quella assunta dall’Italia dove è evidente l’inversione di rotta tra il gioverno Monti e l’attuale esecutivo Letta. Se fino a pochi mesi or sono Roma si limitava a chiedere ad Assad di dimettersi non escludendo opzioni militari internazionali contro il regime, ora i ministri degli Esteri e Difesa, Emma Bonino e Mario Mauro hanno più volte ribadito la loro contrarietà alla decisione di Ue e Stati Uniti di fornire armi ai ribelli siriani.
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane" e “Immigrazione, la grande farsa umanitaria”. Dall’agosto 2018 al settembre 2019 ha ricoperto l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza del ministro dell’Interno.