CHI È IL “MISTERIOSO CLIENTE” CHE SALVERÀ MIG DAL FALLIMENTO?
Un acquirente ancora ufficialmente segreto potrebbe aver fissato l’affare che consentirebbe di salvare la società RAC MiG dal baratro dopo i modesti affari riportati finora con i MiG-29K navali venduti a India e Russia.
RAC MiG, come ampiamente trattato in passato su questa rubrica, starebbe realizzando 46 nuovi caccia MiG-29M per un contratto del valore di circa 2 miliardi di dollari.
Nonostante le buone notizie apparse recentemente sulla stampa nazionale russa la conferma ufficiale resta sfuggente. Solo il rapporto fornito da un anonimo azionista di un’azienda fornitrice di componenti e collaterale al gruppo MiG avrebbe confermato che l’ordine è reale.
Tale documento, il più importante finora nella cortina fumogena dell’intero affare, cita specificatamente un contratto per la realizzazione di 92 turbogetti utilizzati dai MiG-29M, il che corrisponderebbe per l’appunto alla realizzazione di 46 caccia bimotori MiG.
Quarantasei caccia potrebbero costituire l’ultima ed estrema ipotesi di salvataggio qualora Mosca non dovesse dar seguito allo sviluppo del futuro MiG-35, specie nel contesto recente degli ultimi venticinque anni in cui MiG ha perso terreno nei confronti della concorrenza interna di Sukhoi (Su-27 “Flanker” e derivati) e ha perso quote di mercato anche a vantaggio dei concorrenti stranieri.
Yuri Barmin, un esperto di affari esteri russi, ha affermato al Moscow Times che “la Russia non annuncerà formalmente questo accordo a causa di precedenti negativi su alcuni contratti.
E dato che quando si annuncia un accordo e poi qualcosa va storto il danno d’immagine nei confronti della società è incommensurabile, Mosca non vuole commettere ancora un errore del genere”.
Barmin si riferisce a quanto accaduto nel 2007 con l’Algeria che restituì alla Russia proprio un lotto di MiG-29 per motivi di insoddisfazione dovuta a componentistica probabilmente usata.
Ora si pone il problema dell’India con i MiG-29K navali; in questo caso la responsabilità di ritardi e problemi tecnici pare quasi certamente da attribuire alla fine della cooperazione russo-ucraina nell’industria della Difesa, che ha pregiudicato una parte della componentistica causa delle anomalie ai motori RD-MK33 e al sistema fly-by-wire con conseguenti aumenti dei costi di manutenzione.
Come abbiamo più volte evidenziato il candidato principale dell’acquisto dei 46 MiG-29M è l’Egitto.
Ricordiamo infatti che nell’aprile dello scorso anno fu firmato un accordo tra il presidente Putin e l’egiziano Abdel el-Sisi del valore di 3,5 miliardi di dollari per la fornitura di armi.
Le speculazioni fin qui alimentate da funzionari dell’industria della difesa russa in occasioni di fiere e conferenze stampa nel corso del 2015 hanno più volte confermato il sospetto.
Tuttavia la linea ufficiale condotta dai vertici russi è che il cliente non può essere ufficialmente reso noto.
Ovviamente il potenziale accordo con l’Egitto ha un senso geopolitico non indifferente: Mosca è subentrata nel ruolo di partner nonché come rivenditore di armi agli Stati Uniti dopo che quest’ultima ha preso le distanza dal governo di al-Sisi quando salì al potere nel 2014.
Mancando la conferma ufficiale e guardando al panorama mondiale ci sono altri attori che potrebbero essere i probabili candidati e destinatari del lotto di caccia MiG.
Ssuccessivamente agli accordi sul nucleare, l’Iran è entrata nel novero dei paesi filo-russi anche se come abbiamo analizzato in passato il veto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite potrebbe complicare non poco le cose.
Anche la Siria è nella lista dei possibili candidati, ma considerando il conflitto ancora in corso o addirittura il fatto che il regime di Assad non sia riuscito a pagare gli addestratori avanzati Yak-130 ordinati qualche anno addietro la cosa risulta in effetti poco probabile.
Nella lista dei probabili acquirenti figurerebbe anche l’India, ma come dicevamo prima il Paese asiatico, dopo le ultimissime lamentele sui MiG-29K, potrebbe chiudere in maniera definitiva coi Fulcrum senza contare comunque che la società RAC MiG risulta ufficialmente perdente nel “concorso infinito” per 126 caccia per l’Indian Air Force che a oggi non ha visto ancora ufficialmente nominato alcun vincitore.
Anche la Cina, come l’India del resto, si è mostrata interessata esclusivamente al caccia russo Sukhoi (per prestazioni, autonomia e versatilità) e inoltre, considerando lo sviluppo in patria dei nuovi caccia di quinta generazione, Pechino sembrerebbe certamente essere la nazione meno indicata per i caccia della tipologia del MiG-29.
Altro indiziato è il Pakistan, che recentemente ha avviato delle trattative per l’acquisto di caccia russi (mentre è andato in porto il primo contratto per quattro Mil Mi-35M), ma il volume d’affare del contratto in questione è così corposo da lasciare poche possibilità ad Islamabad.
Nel continente africano, infine, l’unico possibile candidato sarebbe l’Algeria, ma come dicevamo prima in un precedente contratto del 2007 la società MiG ha perso probabilmente possibilità future di riaffermarsi.
Eventuali altri Paesi africani anche se in possesso di velivoli russi non potrebbero certamente sopportare una spesa così elevata nel loro budget destinato alla difesa.
Secondo Vadim Kozyulin, un esperto sul commercio di armi, l’affare dei 46 MiG-29 potrebbe costituire la rinascita definitiva della cooperazione militare tra Russia ed Egitto non solo in termini di fornitura di materiale militare, ma anche per quanto riguarda l’istruzione e la formazione dell’esercito egiziano, per la fornitura di parti di ricambio, l’aggiornamento e la modernizzazione di armamenti per il futuro.
Inoltre – ribadisce Kozyulin – “questo contratto potrebbe sviluppare nuove forme di garanzie politiche in caso di crisi internazionali nonché un certo livello di coordinamento politico”.
Mark Bobbi, analista del settore aeronautico di IHS, fornisce lo spunto per un miglioramento della posizione russa in Egitto.
“La Russia ha colmato lo spazio lasciato aperto dall’amministrazione Obama in Egitto e in altri Paesi ma dovrà lottare ancora molto per offrire un corretto servizio post vendita, punto in cui la Russia. A mio parere ha ancora problemi significativi.
Quando questo problema sarà eliminato, solo allora – spiega Bobbi – i costruttori russi otterranno un ulteriore incremento di vendite nel mondo”. Incluso lo storico bureau MiG.
Foto RAC MIG e Ministero Duifesa Russo
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.