BILANCIO DELLA DIFESA 2014 E REVISIONE DELLO STRUMENTO MILITARE: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Il primo, e forse unico, dato che emerge dall’esame della Nota Aggiuntiva allo Stato di Previsione per la Difesa per l’anno 2014 e da una simile analisi che riguardi il percorso del processo di revisione del nostro strumento militare potrebbe essere rappresentato (invero in maniera alquanto efficace) da un sentimento di preoccupazione; per essere ancora più precisi, di profonda preoccupazione.
Come se non bastassero i nuovi tagli ai fondi del bilancio, si aggiunge infatti anche la sensazione che, tra qualche ritardo e qualche difficoltà di troppo, la riforma avviata con la Legge 244/2012 possa finire con il generare i suoi effetti (peraltro anche attenuati rispetto alla formulazione originaria) troppo tardi. In assenza cioè di interventi correttivi, il collasso delle Forze Armate in termini di mera incapacità di operare/funzionare potrebbe materializzarsi, di fatto, prima che vi sia la possibilità di porvi rimedio per mezzo di tale revisione.
Inoltre anche sulla effettiva nonché completa attuazione della riforma stessa rispetto all’orizzonte temporale a oggi previsto del 2024 si addensano nubi sempre più cupe; con il serio rischio di dover spostare ancora più in avanti tale traguardo, allungando ulteriormente una fase di transizione che invece dovrebbe essere quanto più contenuta possibile.
Ecco perché al di là delle sole considerazioni su di un bilancio per la Difesa che per il 2014 si confermerà comunque su livelli a dir poco ridotti, ciò che deve preoccupare maggiormente è la visione di prospettiva; in tal senso, per le ragioni che saranno approfondite più avanti, appare infatti evidente che proprio questo e il prossimo anno potrebbero essere addirittura cruciali per le Forze Armate sotto molti punti di vista, senza che però ci si possa lasciare andare a facili ottimismi circa quello che accadrà superato questo passaggio. Un elementare principio di prudenza rispetto a quello che il nostro Paese da sempre è in grado di “produrre” quando si parla di Difesa dovrebbe indurre a una certa (e sena) cautela.
Il bilancio della Difesa 2014
Prima di affrontare nello specifico i temi che riguardano le risorse rese disponibili per il comparto Difesa, appare quanto mai opportuno sottolineare come la Nota Aggiuntiva per il 2014 disponibile al momento si presenti priva dell’importante parte relativa al dettaglio delle spese inserite nel capitolo dell’Investimento; un documento dunque parziale, tanto da non essere neanche stato reso pubblico, che però consente di svolgere comunque tutta una serie di riflessioni di assoluto rilievo.
Peraltro non neanche è la prima volta che accade un evento del genere; così come non ci sarebbe da meravigliarsi se non fosse neanche l’ultima. A cosa sia dovuto poi tutto ciò è presto detto, il continuo “assalto alla diligenza” ai fondi del Dicastero ha infatti nuovamente prodotto una situazione nella quale la programmazione già svolta, con particolare riferimento proprio a quella relativa al capitolo dell’Investimento, dovrà essere riformulata sulla base delle nuove disponibilità finanziarie, definitivamente sancite con l’approvazione della Legge di Stabilità 2014.
In pratica si dovrà indicativamente attendere il mese di aprile quando il Ministro della Difesa presenterà al Parlamento il Documento di Programmazione Pluriennale per gli anni 2014÷2016 secondo quelle che sono le disposizioni contenute nella solita Legge 244/2012; solo in quel momento e solo in quel documento sarà dunque possibile conoscere i dati definitivi (soprattutto per il 2014, ma anche le previsioni più precise per i 2 anni successivi) del Bilancio del Ministero della Difesa e, al tempo stesso, gli stanziamenti riferiti a ogni singolo programma di Investimento. Anche tenendo conto delle risorse aggiuntive provenienti principalmente dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE).
Certo è che, in questo modo, si viene a creare una specie di “buco” informativo non certo apprezzabile. Ferma restando l’assenza di responsabilità da parte della Difesa stessa, in un’epoca in cui chiarezza, tempestività, trasparenza e completezza d’informazione dovrebbero essere un obbligo, questa specifica situazione si muove in direzione opposta.
Ma veniamo ai numeri a oggi disponibili.
Dopo l’esame del Senato, ma prima di quello della Camera che però non dovrebbe aver apportato cambiamenti significativi, il bilancio del Ministero della Difesa per il 2014 ammonta a 20.266,4 milioni di euro, con un calo rispetto allo scorso anno di 435,8 milioni di euro in termini monetari e del 2,1% in termini percentuali.
In questo senso, nulla di nuovo nel senso che quello dei tagli al Ministero della Difesa rimane, evidentemente, uno degli sport più praticati nel nostro Paese. Il problema però è un altro e cioè che nella formulazione dell’attuale Legge di Bilancio che copre il triennio 2014÷2016 compaiono delle sostanziali novità rispetto a quella varata nel 2012 e ovviamente incentrata sul periodo 2013÷2015; in quest’ultima infatti era sì previsto un volume di risorse quasi compatibile con quello poi effettivamente varato per il 2014 (nello specifico, erano indicati 20.483,2 milioni di euro) ma il dato ancor più importante è che all’epoca la programmazione finanziaria da essa discendente prevedeva un bilancio per il 2015 in netta crescita in quanto attestato intorno ai 21 miliardi di euro.
Ora tutto questo non c’è più. Non solo già per quest’anno si è assistito a una prima riduzione ma, dato ancora più preoccupante, per il prossimo si prevede di passare a poco più di 20,2 miliardi; con una nuova discesa (sia pure contenuta) per il 2016 a valori di poco inferiori a quest’ultima cifra.
Di fatto, si assiste al completo ribaltamento di una situazione che inizialmente prevedeva una certa crescita delle risorse disponibili (ancorché modesta e presumibilmente a carattere discontinuo) e che ora prevede invece nuovi cali (in termini nominali e, ancora di più, in termini reali).
Giovanni MartinelliVedi tutti gli articoli
Giovanni Martinelli è nato a Milano nel 1968 ma risiede a Viareggio dove si diplomato presso l’Istituto Tecnico Nautico per poi lavorare in un cantiere navale. Collabora con Analisi Difesa dal 2002 occupandosi di temi navali in generale e delle politiche di Difesa del nostro Paese in particolare. Fino al 2009 ha collaborato con la webzine Pagine di Difesa.