Ucraina: contractors USA a Donetsk?
Nell’incruenta (almeno per ora) crisi in Crimea, oltre alla continua “guerra delle bandiere” combattuta issando ed ammainando vessilli dai palazzi del potere, non solo nella penisola indipendentista, si sono susseguite voci sull’impiego di contractors militari.
A dire il vero, già durante gli scontri di Maidan Nezalezhnosti (piazza indipendenza) a Kiev si era parlato di cecchini assoldati per sparare su manifestanti e poliziotti per creare il caos. Voci che sembrano trovar conferma nella telefonata intercettata tra Catherine Ashton e il ministro degli Esteri estone, Urmas Paet.Dopo le truppe schierate in Crimea, ancora non precisamente identificate come effettivi russi, forze di autodifesa o contractors alle dipendenze della Vnevedomstvenaya Okhrana del Ministero degli Interni russo
spuntano militari privati occidentali.
Come mostrato dal video su Youtube, uomini non identificati, armati ed in uniforme, sarebbero accorsi per evacuare funzionari del nuovo governo di Kiev da un edificio amministrativo di Donetsk, circondato da una folla pro-Russia. Non appena la gente ha iniziato ad urlare Blackwater Blackwater e “mercenari”, questi personaggi si sono dissolti rapidmente. Inoltre, un diplomatico russo avrebbe raccontato alla Interfax che 300 operatori di compagnie militari private sarebbero arrivati all’aeroporto Boryspil di Kiev, con borse di tipo militare. Tra questi molti americani, chiamati per esser dispiegati nelle aree orientali e meridionali dell’Ucraina, a maggioranza russa e a rischio secessione.Sull’identità dei militari filmati esistono molti dubbi; sicuramente società come la Academi (fino al 2011 Xe, a sua volta fino al 2009 Blackwater) hanno la possibilità, la capacità e l’interesse di operare in crisi del genere; lo stesso equipaggiamento, uniformi, le carabine M4 degli operatori sono di tipo occidentale, tuttavia, un loro impiego così evidente e alla luce del sole pare troppo scontato e poco professionale.
A conti fatti, più che di una “guerra privata”, potremmo parlare dell’ennesima guerra di propaganda, dove l’Occidente accusa la Russia di fornire false informazioni per giustificare la sua aggressione, dall’altra le rivelazioni sui presunti “cecchini privati” di Maidan Nezalezhnosti e la massiccia presenza tra i manifestanti di infiltrati di nazionalità tedesca, polacca, turca e di lingua inglese proverebbero una forte ingerenza occidentale. Già nella guerra russo-georgiana del 2008 la Russia avrebbe avuto prove dell’impiego di contractors dei Paesi NATO da parte di Tiblisi.
Tralasciando propaganda e dietrologia, ci troviamo davanti ad uno scenario che potrebbe nuovamente dimostrare la versatilità e l’agilità delle PMC, confermandosi come prezioso strumento a disposizione di entità statuali o private. Nonostante i gravi incidenti che hanno visto come protagonisti proprio la Blackwater e le PMC durante il periodo d’oro della guerra in Iraq, il loro successo non accenna a diminuire e la tendenza futura è quella di un sempre maggior impiego.
Foto: Youtube/Daily Mail
Pietro OrizioVedi tutti gli articoli
Nato nel 1983 a Brescia, ha conseguito la laurea specialistica con lode in Management Internazionale presso l'Università Cattolica effettuando un tirocinio alla Rappresentanza Italiana presso le Nazioni Unite in materia di terrorismo, crimine organizzato e traffico di droga. Giornalista, ha frequentato il Corso di Analista in Relazioni Internazionali presso ASERI e si occupa di tematiche storico-militari seguendo in modo particolare la realtà delle Private Military Companies.