Rimosso Bayar: si riapre la gara per l'antimissile turco?
Il presidente turco Abdullah Gul ha revocato l’incarico al segretario di stato all’Industria della difesa Murat Bayar, considerato favorevole all’acquisto dei missili antimissile cinesi HQ-9/FD-2000, sistema prodotto dalla China Precision Machinery Export-Import Corporation (CPMIEC) impostosi nella gara per uno “scudo” contro i missili balistici. Bayar che ricopriva l ‘incarico alla Difesa da dieci anni, sembra candidato a diventare Consigliere del presidente della Repubblica turca o ambasciatore in Canada..
La rimozione di Bayar riferita dai media turchi, non è stata motivata Ankara ha annunciato a settembre di aver selezionato i missili di CPMIEC con un contratto stimato 2,9 miliardi di euro ma in novembre il governo turco si dette sei mesi per giungere alla definizione del contratto chiedendo agli altri partecipanti alla gara di lasciare aperte le offerte.
L’azienda cinese è oggetto di sanzioni statunitensi per aver fornito armi all’Iran e alla Siria nonostante l’embargo ma le ragioni che sembrano indurre la Turchia a un ripensamento sembrano essere altre anche se non è ancora chiaro che impatto potrà avere la rimozione di Barat sul programma T- LORAMIDS per la difesa contro i missili balistici. La firma del contratto con i cinesi non sembra imminente e, in assenza di un accordo, la gara potrebbe riaprirsi favorendo in teoria il consorzio italo-francese Eurosam da quanto si è appreso giunto secondo nella gara vinta dai cinesi grazie al prezzo più basso.
Il sistema SAMP/T con il missile MBDA Aster 30 proposto da Eurosam si era imposto sul Patriot statunitense e sull’S-300 russo. In seguito alla decisione turca di selezionare il sistema della CPMIEC gli statunitensi avevano lamentato l’impossibilità di integrare i missili cinesi con il sistema di difesa aerea della Nato esercitando forti pressioni su Ankara, partner della Nato, affinché ritornasse sui suoi passi. Pressioni che probabilmente sono dirette anche a favorire l’acquisto dei Patriot già schierati in Turchia da tedeschi e americani per proteggere Ankara da eventuali minacce aeree e balistiche siriane.
Foto: APA
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